Riceviamo e pubblichiamo
Si è svolta stamani, sabato 18 febbraio 2012, alle ore 12, in largo martiri delle foibe istriane (zona Valle Faul) in Viterbo, la manifestazione in occasione del “Giorno del Ricordo”, con la quale si è commemorato il dramma delle foibe e l’esodo di 350.000 nostri connazionali istriani, giuliani e dalmati.
L’iniziativa, organizzata dal “Comitato 10 Febbraio”, si è svolta quest’anno con il patrocinio del Comune di Viterbo, alla presenza del sindaco Giulio Marini, del presidente della provincia Marcello Meroi e di molti consiglieri e assessori comunali e provinciali.
Numerosa la partecipazione dei cittadini, specialmente giovani, e dei labari delle associazioni combattentistiche e d’arma.
Sono stati proprio due giovani viterbesi a deporre un cuscino di fiori, sopra il quale era scritto “ai viterbesi che per tomba hanno una foiba”, davanti al cippo che ricorda Carlo Celestini e con lui tutti i nati a Viterbo e provincia che trovarono la morte per mano dei comunisti jugoslavi.
Il segretario del comitato, Silvano Olmi, ha elencato i nomi di questi martiri, mentre il presidente Maurizio Federici ha ricordato la storia e la cultura millenarie di Istria, Venezia Giulia e Dalmazia.
“Qualcuno – ha aggiunto Federici – vuole sminuire la tragedia delle foibe dove trovarono la morte migliaia di persone, colpevoli solo di essere italiani. Inoltre, vogliono tentare di giustificare l’esodo, che portò ben 350.000 italiani a lasciare la propria terra e a rifugiarsi in quella parte d’Italia libera e democratica.
“È necessario ricordare – ha concluso – affinché genocidi e barbarie non debbano più ripetersi. Se le repubbliche nate dalla dissoluzione della Jugoslavia vogliono entrare a pieno titolo nell’Unione Europea, facciano un gesto di riconciliazione e restituiscano i beni confiscati agli italiani oltre sessant’anni fa.”