Gino Stella (UDC): “Alcune considerazioni sulla proposta di modifica al decreto n. 85/2024 in materia di salvamento acquatico”

Riceviamo da Gino Stella (UDC) e pubblichiamo

Il Governo e la coalizione di Centro-Destra hanno lavorato, stanno lavorando e continueranno a farlo con obiettivi chiari e ben definiti per il rilancio di questo Paese. Tuttavia, dubbi di conoscenza professionale e preoccupazioni per le implicazioni pratiche del decreto n. 85 del 29 maggio 2024 mi portano a formulare alcune considerazioni e a proporre una modifica al suddetto provvedimento.

Il decreto in questione, emanato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ridisegna la disciplina del salvamento acquatico italiano, suscitando un’ondata di critiche da parte degli operatori del settore. La Direttiva Bolkestein (2006/123/CE), che promuove la liberalizzazione dei servizi nel mercato interno, ha certamente influito sulla regolamentazione del settore balneare, ma è fondamentale che tale regolamentazione non comprometta la sicurezza pubblica e la qualità dei servizi offerti.

Criticità del decreto n. 85/2024

  1. Mancanza di consultazione con gli operatori del settore:
    Il decreto avrebbe dovuto essere il risultato di un percorso costruttivo tra tutti i referenti del salvamento acquatico italiano, inclusi enti formatori, soccorritori acquatici, fornitori diretti di servizi di assistenza e salvataggio, e enti pubblici come la Guardia Costiera. Tuttavia, non è stato istituito alcun tavolo di discussione, e il decreto ha assunto una connotazione prevalentemente sportiva, trascurando le reali esigenze professionali del settore.
  2. Riduzione del ruolo della Guardia Costiera:
    Il decreto prevede la rimozione della Guardia Costiera dalle commissioni valutative per il rilascio dei brevetti, indebolendo così il controllo pubblico su un settore cruciale per la sicurezza delle nostre coste.
  3. Scomparsa della figura del maestro di salvamento:
    Il decreto elimina la figura del maestro di salvamento, sostituendola con quella di allenatore di nuoto per salvamento, una figura che opera principalmente in piscina. Ciò rappresenta un grave passo indietro, poiché i maestri di salvamento possiedono un bagaglio di esperienza e preparazione essenziale per garantire la sicurezza in mare.
  4. Problemi legati all’età e alla formazione:
    Il decreto introduce limiti di età che escludono i ragazzi di 16 anni e gli over 50 dal mondo del lavoro, nonostante questi ultimi abbiano un’esperienza preziosa e una capacità di prevenzione degli incidenti superiore. Allo stesso modo, molti giovani di 16 anni possiedono ottime capacità natatorie e, se formati professionalmente, potrebbero contribuire significativamente alla sicurezza balneare.
  5. Mancanza di equipaggiamenti adeguati:
    Il decreto non affronta adeguatamente le criticità legate all’equipaggiamento degli assistenti bagnanti, come l’assenza di moto d’acqua e rescue board ogni tot metri di costa, strumenti essenziali per garantire interventi tempestivi ed efficaci.

Proposta di modifica

Alla luce delle criticità sopra esposte, propongo le seguenti modifiche al decreto n. 85/2024:

Istituzione di un tavolo tecnico permanente:
Creare un tavolo di consultazione permanente, composto da rappresentanti degli enti formatori, soccorritori acquatici, fornitori di servizi, Guardia Costiera e associazioni di categoria, per garantire che le future modifiche normative rispondano alle reali esigenze del settore.

Ripristino della figura del maestro di salvamento:
Reintrodurre la figura del maestro di salvamento, riconoscendone l’esperienza e la professionalità, e integrare la formazione degli allenatori di nuoto per salvamento con moduli specifici sul nuoto tecnico operativo di salvamento.

Rafforzamento del ruolo della Guardia Costiera:
Ripristinare la presenza della Guardia Costiera nelle commissioni valutative per il rilascio dei brevetti, garantendo un controllo pubblico rigoroso e competente.

Revisione dei limiti di età:
Eliminare i limiti di età per l’accesso al lavoro nel settore del salvamento, valutando invece le competenze e le capacità fisiche dei candidati attraverso test specifici.

Introduzione di standard minimi per l’equipaggiamento:
Prevedere l’obbligo di dotare ogni tratto di costa di moto d’acqua e rescue board, in proporzione alla densità di afflusso turistico e alle caratteristiche morfologiche della costa.

Creazione di un albo professionale:
Istituire un albo professionale per gli assistenti bagnanti, garantendo loro una giusta retribuzione e un riconoscimento formale della loro professionalità.

Conclusione

Il decreto n. 85/2024 rappresenta un’opportunità mancata per modernizzare il settore del salvamento acquatico italiano e allinearlo agli standard internazionali di Paesi come gli USA, l’Australia e la Spagna. Mi auguro che, in sede di approvazione del decreto Milleproroghe, si possano apportare le modifiche necessarie per garantire maggiore professionalità, sicurezza e lavoro agli operatori del settore e, soprattutto, ai cittadini italiani che ogni anno affollano le nostre coste.