“È giunta l’ora di sancire e comunicare la mia in merito alla incoraggiante nuova situazione del Cinema Etrusco della fiera Città di Tarquinia”: inizia così, sui social, la lettera aperta con cui Gérôme Bourdezeau, per anni e sino alla crisi legata alla pandemia anima e motore del Cinema Etrusco, annuncia di non aver preso parte al bando – scaduto nei giorni scorsi – per la futura assegnazione della struttura.
La storia degli ultimi tre anni
“Dopo tre annate abbondanti, ecco giungere la concreta possibilità che si riaccendano luci ed emozioni. – esordisce Bourdezeau – Prima di qualsiasi altra considerazione, queste righe, a scanso di qualsiasi malevolo equivoco, mirano a rimettere al loro veritiero posto i tasselli per come si sono effettivamente mossi”.
“Alla fine del lockdown, – inizia il racconto di questi difficili, ultimi anni – le amministrazioni delle due città dove accoglievamo pubblico (oltre a Tarquinia, Grottaferrata, ndr) ci hanno teso la mano, con varie possibilità di sostegno. Consapevoli e credibili, con la nostra DG Cinema&Consulting (ormai chiusa), abbiamo declinato le offerte perché ci sembravano antidolorifici puntuali, che non avrebbero risolto un groviglio di questioni di mutazione drastica del mercato del cinema”. Un mercato, come ricorda Gérôme, molto segnato dai cambiamenti nella fruizione, dalle piattaforme on demand alla diffusione di strumenti e devices per la diffusione di contenuti cinematografici, ma anche dall’enorme impatto dei costi energetici.
“Nelle conversazioni tra il 2020 e il 2021, con le amministrazioni interessate abbiamo parlato di una fetta importante di modello gestionale francese. Modello secondo il quale, per garantire perennità gestionale alla propria struttura cinema (luogo socio-culturale irrinunciabile), parecchi Comuni, o raggruppamento di Comuni, hanno comprato nel tempo le mura di strutture private preesistenti, proponendo sistemi di gestione mista pubblico/associativo con programmazione di prime visioni, eventi tematici, momenti costruttivi di riflessione etc etc. Entrambe le Città, fatto non banale, hanno fatto propri questi stimoli, e hanno agito: per quanto riguarda Tarquinia, il governo della Città ha ascoltato, analizzato, compreso e il Consiglio comunale tutto ha avallato l’acquisto delle mura”.
I motivi della non partecipazione
Ma il bando per l’affidamento della gestione del Cinema Etrusco, come detto in precedenza scaduto da pochi giorni, il 9 novebre, “non consentiva per qualche condizione sine qua non eliminatoria, ad alcuna Associazione del Territorio di essere eleggibile per partecipare”.
“Per il sottoscritto – si avvia alla conclusione Gérôme – il luogo cinema è una delle materie della scuola di vita imprescindibili. Il buio, il rispetto indotto, l’immaginario che prende l’abbrivo, armonie musicali che scuotono lacrime remote ed emozioni pristine. Un terzo genitore, uno psicologo fine e saccente, un quinto nonno, la migliore di tutte le amicizie… Sono prima di tutto uno spettatore, a cui, come per moltissimi altri spettatori, mancano luogo e contenuti emozionali funzionali”.
L’auspicio per il futuro
“A qualsiasi realtà progettuale verrà scelta per la gestione del Cinema Etrusco, auguro un percorso di sorrisi, di condivisioni, di ascolto delle richieste del tessuto territoriale, di racconti. Auguro altresì di favorire incontri e riflessioni umane nell’ultimo tempio capace di aggregare, fianco a fianco, poveri e ricchi, a sentire e provare emozioni insieme nello stesso luogo. Sono, siamo, con meritata autorevolezza, disponibili a collaborare e sostenere, a seconda dell’indole valoriale e delle tematiche che vorrà sviluppare, con l’esercente indipendente a cui verrà trasmesso il testimone dal Comune di Tarquinia. Viva il Cinema! Al Cinema!”