Riceviamo e pubblichiamo
“Giovedì 3 marzo, è stato votato il decreto legislativo sul fotovoltaico. In merito a questo avvenimento molte discussioni e controversie: probabilmente siamo di fronte all’ennesimo fallimento annunciato. Quella che vuole essere messa in luce e promossa come una geniale e proficua innovazione altro non è che un modo per penalizzare in maniera velata non solo la produzione di energia ma anche molte persone impiegate in questo settore”.
E’ questa la visione lanciata da Marco Gentili – Consigliere PD dell’Università Agraria di Tarquinia, delegato ai rapporti con le Università e al progetto Agraria Giovani – che si oppone, ricevendo approvazione sia da alcune cariche politiche che da molti cittadini comuni, ai tagli previsti entro il 2020 per i fondi destinati al fotovoltaico. “Queste sottrazioni previste dal nuovo decreto presentato dal ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani non solo mettono in luce forti carenze ma provocheranno anche e soprattutto la perdita del posto di lavoro per oltre 120 mila persone circa che lavorano, direttamente o indirettamente nel settore”.
“Anche le principali associazioni – continua Gentili – ambientaliste e le organizzazioni del settore delle rinnovabili sono scese in piazza per opporsi alle modifiche sull’energia “verde” e come me contestano la cancellazione del Conto energia nel 2014, il taglio degli incentivi sull’eolico e le restrizioni per gli impianti fotovoltaici a terra”.
“In quanto Consigliere ed occupandomi in prima persona dei rapporti con i giovani, – ribadisce Gentili – non posso far finta di niente di fronte alle pesanti conseguenze che questo decreto produrrà non solo in termini economici ed energetici, ma anche e soprattutto per la perdita di forza lavoro”.
“A volte uno – accusa lo stesso Gentili – si può anche stancare di continuare a difendere l’ovvio. Un modo intelligente e sano per far risparmiare energia al nostro Paese e per produrne una discreta quantità sfruttando fonti alternative non solo più sane ma anche più economiche rimane un discorso scomodo per i petrolieri (nostrani e gli amici nordafricani) e i costruttori di centrali nucleari”.
“L’unica conclusione plausibile, – all’avviso di Gentili – è che il provvedimento “ammazza” solare ed eolico. Come non opporsi ad un decreto che rema contro ogni principio di innovazione e di salvaguardia della salute e del mondo? Perché non sfruttare la possibilità di migliorare il tenore di vita deturpando il meno possibile l’ambiente ed ottenendo il massimo dei risultati?”
“A maggio/giugno – conclude Gentili – avremo a che fare con un nuovo referendum sul nucleare: non perdiamo l’occasione per bloccare il delirio nuclearista e rilanciare tutte le fonti rinnovabili”.
Marco Gentili
Consigliere PD dell’Università Agraria di Tarquinia