di Stefano Tienforti
Il Divino Etrusco 2014 vive di una strana caratteristica: sta impegnando i protagonisti dell’organizzazione più a lungo dopo il suo svolgimento che prima. Se, infatti, la realizzazione dell’evento è avvenuta in due settimane, ora siamo a venti giorni dalla chiusura e le discussioni ancora continuano, eccome. Anche in giunta, a quanto pare, dove appena pochi giorni fa si è cercato senza troppa fortuna un chiarimento. La tensioni dei giorni prima, le dichiarazioni contrastanti del dopo, il tentativo del sindaco di minimizzare: nulla sembra riuscire a spingere verso una pacificazione al termine di un evento che, forse per la prima volta, almeno in modo così evidente, ha mostrato i nervi scoperti di una parte della giunta.
E mentre la politica comunale prova a rimettere insieme i pezzi dopo le discussioni, altre faccende continuano a far discutere. A partire dagli ormai celeberrimi 2.000 euro chiesti dall’associazione Tarquinia Viva alla Pro Loco – e quindi all’organizzazione dell’evento, di fatto facente capo al Comune – per i gazebo che ospitavano gran parte delle cantine presenti al Divino. La motivazione della richiesta, disse l’assessore Celli in conferenza stampa, è l’installazione delle strutture. Motivazione confermata dalla presidente dell’associazione, Raffella Nauaui, che specifica come in passato alcune parti di quelle strutture siano andate perse o rovinate a seguito di prestiti: da qui la decisione in consiglio dell’associazione di chiedere un pagamento a seguito della cessione delle stesse.
Nulla da obiettare, ma restano alcuni aspetti da specificare e chiarire. Intanto capire quale oggetto presenterà la fattura che, per forza di cose, la Pro Loco dovrà ricevere a seguito dell’assegno emesso. E, in seguito, chiedersi se sia logico che – nell’ambito di una manifestazione che garantisce il maggior richiamo di visitatori nel centro storico e che presenta praticamente zero contributi in termini di sponsorizzazione dalle realtà ed attività locali – il sodalizio che rappresenta i commercianti finisca per chiedere un contributo anche sostanzioso all’amministrazione.
Sul tema, però, la presidente Nauaui ci invita a parlare con l’ex presidente, Maurizio Leoncelli, che si è occupato, anche a detta del Comune e della pro Loco, dei rapporti legati all’affitto dei gazebo. “Certo che trovo giusto aver chiesto dei soldi per quelle strutture – le parole di Leoncelli – in passato per averli prestati alla Pro Loco ci abbiamo rimesso dei pezzi mai recuperati e delle strutture rotte. E anzi, se serviranno ancora, chiederemo di più, che tra assicurazione e manutenzione quest’anno ci abbiamo rimesso”.
Considerando che tali parole arrivano da persona che, oltre che rappresentare nell’occasione Tarquinia Viva (lui smentisce di farlo, non avendo più alcuna carica, senza però spiegarci come mai allora la presidente ci abbia spedito da lui o perché si stato lui a curare tutta la vicenda, ndr) è consigliere comunale e vicepresidente dell’Università Agraria, alcune domande sono d’obbligo. E gliele abbiamo fatte, partendo dal chiedere se, per la stessa logica, il Comune dovrebbe ad esempio pretendere il pagamento di un contributo ai commercianti per l’installazione degli addobbi natalizi. “Sì – ci ha risposto – è così che dovrebbe andare, come accade in altre realtà”. E ancora, andando a ritroso nel passato dell’associazione, se quei gazebo fossero stati acquistati a seguito degli introiti di manifestazioni finanziate dal Comune. “I gazebo – ha risposto Leoncelli – sono stati acquistati da Tarquinia Viva e dall’associazione Divino Etrusco. E non con soldi pubblici, ma con il contributo dei privati, con i soldi dei commercianti”. Risulta tutto dai bilanci quindi? “Certo!”, risponde Leoncelli, ma alla domanda sulla possibilità di visionare gli stessi la risposta è un eloquente no. “Tanto ormai volete continuare questa polemica – continua il consigliere che, per primo, durante le serate del Divino ci aveva chiesto di scrivere sulla manifestazione – ma lo ripeto: è stato giusto chiedere quei soldi”. In una discussione che iniziava a diventare animata, abbiamo allora fatto notare a Leoncelli che se ogni realtà locale ragionasse in tal senso – dall’Università Agraria al Comitato San Martino ecc – ogni manifestazione cittadina, in pratica, avrebbe costi talmente alti da renderne impossibile ogni realizzazione, a partire proprio dal Divino e dal Presepe vivente. “E infatti il Presepe è destinato a finire prima o poi – l’opinione di Leoncelli – e poi, in fondo, visto il traffico che portano queste manifestazioni…”
Dichiarazioni che, seppure da inquadrare nell’ambito di un non troppo velato scontro politico-amministrativo tra nuova e vecchia gestione della manifestazione, non possono passare inosservate. Soprattutto qualora giungano da un amministratore che rappresenta in consiglio comunale il Polo dei Moderati e che fa parte della giunta dell’Agraria. Cosa ne pensano il suo gruppo politico ed i compagni di giunta di queste esternazioni? Quanto di compatibile c’è con la linea politica delle amministrazioni per cui è in maggioranza?
Ps: quando parlo al plurale lo faccio volutamente, perché tutte le chiacchierate riportate sono avvenute alla presenza di Fabrizio Ercolani. E lo scrivo prima che, come avvenuto di recente, qualcuno provi a smentire le dichiarazioni fatte.