Riceviamo e pubblichiamo
Porto Clementino si sta sgretolando, se non si farà nulla il bene storico-affettivo simbolo del litorale tarquiniese rischia di scomparire sotto la costante e progressiva azione erosiva del mare. In merito sarà inviata in questi giorni una lettera al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, alla Direzione Regionale per i Beni Paesaggistici del Lazio, alla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, al Direttore del Museo Archeologico Nazionale Tarquiniense ed al Comune di Tarquinia, segnalando sia la grave situazione in cui versa Porto Clementino, sia proponendo interventi urgenti atti alla sua salvaguardia e valorizzazione.
Prima di tutto è necessario intervenire contro la causa dei danni, l’erosione costiera. Una proposta è quella di realizzare una “diga foranea”, barriera frangi flutto capace di smorzare l’intensità del moto ondoso, da posizionare a largo sulle secche poco a sud-ovest prospicienti Porto Clementino e progettata accuratamente studiando le correnti marine, l’impatto ambientale ed i vincoli archeologici. L’altra proposta è quella di realizzare una barriera frangi flutto a forma di “L” a poche decine di metri a sud di Porto Clementino verticale alla linea di costa.
È indispensabile intervenire con urgenza a contrasto dell’erosione costiera, perché se così non si agisse, qualunque opera di restauro risulterebbe inutile. Un triste esempio è l’intervento effettuato tra il 2002 – 2004 dove furono spesi circa 250.000 euro di soldi pubblici. Ad essere potenzialmente a rischio è anche la pubblica incolumità. Il mare ha infatti scavato gran parte della parete di sud-ovest esponendo parte del monumento ad un possibile crollo. Una situazione critica che preoccupa. È urgente sia verificare lo stato di pericolo, sia emettere un ordinanza sindacale nel caso venisse accertato, di stato di rischio pubblica incolumità. Il monumento è infatti quotidianamente frequentato da molte persone, cittadini e non. È urgente avviare e sollecitare conseguentemente gli interventi a difesa di Porto Clementino, così da preservare ed evitare ulteriori danni agli antichi resti.
Una cosa è certa, non fare nulla non solo sarebbe inaccettabile, ma significherebbe contribuire all’inevitabile disfacimento dell’antico approdo marittimo, fino ad arrivare alla sua progressiva e definitiva scomparsa. Tanti gli appelli pubblici lanciati in questi ultimi sette anni da parte di cittadini e associazioni alle istituzioni locali, sulla grave situazioni di Porto Clementino, ai quali ad oggi purtroppo non ha fatto seguito nessuna risposta. Abbiamo tutti la responsabilità come il dovere di attivarci per la salvaguardia di Porto Clementino.
Vista la situazione sono auspicabili, degli impegni e delle risposte urgenti da parte delle competenti autorità per sapere il futuro di questo importante e significativo monumento archeologico, divenuto nei secoli uno dei simboli, nonché un bene affettivo e dalla forte testimonianza socio-culturale, dell’altrettanto vasto patrimonio culturale della nostra amata Città di Tarquinia, Porto Clementino deve essere salvato.
Alessio Gambetti
Popolo della Libertà di Tarquinia