Riceviamo e pubblichiamo
Come dice un noto conduttore televisivo si faccia una domanda e si dia una risposta.
Mi domando quale simbolo da sempre ha rappresentato Tarquinia in tutto il mondo? Rispondendo direi i Cavalli Alati, ma forse per l’amministrazione Mazzola oggi la risposta è altro.
I Cavalli Alati sono “il simbolo” e non un simbolo della nostra città perché portatori di una lunga storia che va fino alle origini stesse della nostra comunità.
Ricco nella sua simbologia come nella storia del loro rinvenimento, i Cavalli Alati hanno trovato da sempre un particolare fascino agli occhi dei turisti di tutto il mondo, creando un legame unico tra Tarquinia, la sua gente e i turisti.
Altorilievo fittile, nonché capolavoro della coroplastica etrusca, i Cavalli Alati rinvenuti negli anni ’30 presso l’Ara della Regina in più di cento pezzi grazie a Pietro Romanelli, sono stati sottoposti ad una lunga operazione di restauro, tornando a splendere nel loro vigore arrivando dopo decenni a rappresentare da sempre Tarquinia nel mondo.
Esposti presso il Salone delle armi dello storico palazzo Vitelleschi, sede del Museo Nazionale di Tarquinia, ogni anno ammaliano migliaia di turisti e non solo.
Ma qualcosa è cambiato e l’opera simbolo della nostra città ha lasciato il passo all’ippocampo, figura mitologica, scelto da pochi a rappresentare tutti, nonché un’intera città.Perché no invece i Cavalli Alati da sempre simbolo di tutti e scelto da tutti? Vedi attività commerciali, associazioni culturali nonché sportive di Tarquinia.
Da decenni il simbolo consolidato di Tarquinia sul palcoscenico turistico mondiale, forse oggi qualche nostro amico in comune non li trova più degni rappresentanti di Tarquinia nel mondo.
Forse un giorno chissà i Cavalli Alati ritorneranno a rappresentare Tarquinia, forse chissà magari torneranno un giorno a volare alto portando Tarquinia sul loro vigoroso dorso come hanno fatto da sempre verso un futuro certamente migliore fatto di attenzione e amore per la nostra terra.
Alessio Gambetti (Pdl Tarquinia)