(f.e.) Frana la strada per raggiungere i ruderi di Cencelle. Una profonda voragine si è aperta nello sterrato già di per sé in condizioni davvero disastrose. Una situazione più volte denunciata agli organi preposti ma che nessuno ha inteso risolvere. Ad oggi per raggiungere il luogo di interesse storico ed anche le attività agrituristiche ivi presenti o le semplici abitazioni, è necessario possedere un fuoristrada e sperare che il tempo sia clemente. Un vero peccato perché il luogo, sconosciuto a molti, merita una risonanza ed un rispetto sicuramente migliore. La storia di Cencelle ha inizio nell’anno 854; nello stesso anno in cui l’abitato di Centumcellae venne definitivamente distrutto dai saraceni che ormai imperversavano su tutta la costa tirrenica. Fu così che l’antica città di Centumcellae, edificata nel II secolo d. C. nelle vicinanze del porto di Traiano, venne abbandonata dai suoi abitanti che trovarono rifugio in una città completamente nuova voluta da papa Leone IV. Questa città, costruita nell’entroterra in tempi brevissimi, fu inizialmente denominata Leopoli, in onore del suo benefattore, ma subito dopo fu rinominata Cencelle, per volere dei suoi abitanti, in ricordo della loro città natale. Nonostante la sua posizione più difendibile, Cencelle fu ben presto abbandonata dalla gran parte dei suoi abitanti che preferirono tornare nel luogo di origine non appena la pressione saracena sulle coste si fece più rada. Così, il ritorno alla vecchia città risale al 15 agosto 889 dopo soli 35 anni dalla fondazione di Cencelle. Il futuro apparteneva a Civitas Vetulas, nata dalle rovine di Centumcellae, che dava così inizio alla storia dell’attuale Civitavecchia. Cencelle semi abbandonata, condusse fino al XV secolo un’esistenza man mano più stentata. Offuscata dalla vicina e potente Corneto (attuale Tarquinia) con la quale ebbe sempre difficili rapporti, la cittadina passò spesso di mano barcamenandosi tra papi e signori locali. Proprietà dell’Abbazia di Farfa nel X secolo, fu acquistata da Viterbo nel 1220 e poco dopo passò sotto la giurisdizione della Chiesa. Agli inizi del XIV secolo venne sottomessa a Corneto ma quasi alla fine dello stesso secolo passò prima a Ludovico Vitelleschi e poi a Giovanni Sciarra di Vico. Ormai vicina alla decadenza Cencelle torna sotto la Chiesa agli albori del XV secolo. Da ora in poi non c’è praticamente più storia: completamente in rovina il borgo diventa man mano una grande tenuta agricola.