Fiume Marta: le preoccupazioni di un cittadino

Riceviamo e pubblichiamo

Egregio direttore,

ho abbozzato una prima riflessione sul tema della contaminazione dell’acqua da Escherichia coli dopo aver letto l’articolo apparso sul Corriere della Sera on line – sezione salute del 27.06.2011 dal titolo “Batterio Killer, i germogli di Bordeaux sarebbero stati comprati in Italia” dove si avanzavano dubbi sul fatto che la contaminazione proveniva dai germogli (di origine italiana) dichiarando “il modo in cui vengono coltivati può cambiare tutto – ha spiegato (Nacho Parra direttore della ditta Jardiland di Villenave d’Ornon) – dipende anche dall’acqua che viene utilizzata per innaffiarli, forse l’acqua aveva il problema”.

Successivamente, leggendo un altro articolo , sempre sul Corriere della Sera on line del 13 luglio 2011 dal titolo “Divieto di balneazione al lido di Savio. L’AUSL << Escherichia coli in acqua>>”, ho appreso che erano state riscontrate concentrazioni batteriche superiori a 500 unità per ogni 100 millilitri nel tratto di mare compreso tra la foce del fiume Savio e l’Osteria, sulla riviera adriatica. Circostanza questa che ha indotto il sindaco di Ravenna  ad emettere una ordinanza a tutela della salute pubblica.

Come se non bastasse sulla pagina del notiziario Tusciaweb dei giorni scorsi ho letto con non poco stupore il risultato della sesta edizione della campagna nazionale di monitoraggio dello stato di salute dei maggiori laghi italiani, effettuato dalla Goletta dei laghi di Legambiente, che ha posizionato al sesto posto per inquinamento il lago di Bolsena per cattiva qualità delle acque.

Prosegue l’articolo evidenziando che Gli esami condotti da Legambiente sono finalizzati a analizzare il grado di inquinamento batteriologico causato dalla presenza di scarichi, legali ed illegali, aggravato da impianti di depurazione non adeguati alle dimensioni e alle caratteristiche dei bacini. Si prelevano dei campioni di acque lacustri che nei laboratori vengono sottoposti alle analisi. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico fisici….. .

È cronaca degli ultimi giorni infine la notizia pubblicata da varie testate di stampa, tra le altre il Corriere del Veneto.it con il titolo “ Batterio, morte cerebrale per una bimba di due anni. La piccola di Monselice era stata colpita da Escherichia coli…”

Mettendo in fila i vari tasselli del mosaico ed in particolare a seguito dell’ultima tragica notizia riferita alla bambina di due anni, essendo io nonno apprensivo di uno stupendo nipotino di un anno, mi sono posto due domande che trasferisco alla sua attenzione e sensibilità per l’ambiente.

Se fosse vero quanto asserito negli articoli e, per analogia, qualora per assurdo fosse presente tale batterio nelle acque del “moribondo” fiume Marta in concentrazioni eccessive, cosa potrebbe succedere alle colture ortive irrigate nel nostro comprensorio utilizzando la rete irrigua del locale Consorzio di Bonifica che attinge proprio dal Marta l’acqua depositata nei bacini di raccolta ed utilizzata per l’irrigazione dei campi?

E cosa rischierebbero coloro che si bagnano nel tratto di mare antistante la foce del fiume? È chiaro che tale circostanza è del tutto ipotetica ed astratta, ma stante la gravità del problema e considerato il pessimo stato di salute del fiume – emerso anche in sede di recenti dibattiti pubblici – non sarebbe opportuno che le autorità preposte  disponessero un monitoraggio delle acque a tutela e prevenzione della salute pubblica?

Del resto la salute dei cittadini merita pure interventi preventivi che, senza allarmismi immotivati, servono a scagionare ben più gravi  e costosi rischi per la collettività.

E poi si potrebbe sfruttare tale circostanza per monitorare il fiume, una volta per tutte, per verificarne il tasso di inquinamento presente, del quale non è ben chiara l’origine geografica, ma che provoca inconvenienti non indifferenti.

Circostanza quest’ultima confermata dai ricorrenti divieti di balneazione disposti sulla foce del fiume Marta con conseguenze negative sul nostro turismo balneare, che dovrebbe invece essere maggiormente tutelato ed incentivato dalla pubblica amministrazione.

Luigi Calandrini