di Attilio Rosati
Il ritorno di Cetto Laqualunque al cinema avrà un impatto devastante sulla politica italiana. Nulla sarà più uguale a prima e i nostri politici non potranno inventare più nulla per migliorare la propria strategia politica rispetto all’innovazione di questo statista di razza.
Ne avemmo un primo assaggio nel lontano 2015, mirabile, nella trasmissione di Fabio Fazio del 25 aprile: si partì dalle scienze naturalistiche, con rivelazioni shock, – “hanno decifrato il linguaggio dei delfini, hanno scoperto che dicono solo stronzate!” – per spaziare negli ambiti inesplorati della politica moderna. “Cari amici elettori e sdraiabilmente, elettrici, il mio programma dell’Italia? Mi è stato chiesto che cosa farò per la sanità italiana! Io sto bene e me ne fotto! Tu stai bene, e futtitinne!”
Al coro di critiche dei suoi (numerosi) detrattori, per il tentativo di dare a sua figlia (non laureata in medicina), il posto di primario all’ospedale, rispose: “A che cazzo serve la laurea! Mia figlia ha due mani da fata, può operare”. “Se l’ospedale è pieno di topi? Noi porteremo i gatti!” E a chiosa finale.:“ Indo u culu, alla sanità pubblica”.
Un programma politico ambizioso e articolato, che spaziava in tutti i campi dello scibile umano. Consigli nutrizionali, (“lo yogurt con l’osso”) e dopo quattro portate a base di alghe “mi sono rott’i cuiuni e ho ordinato un maiale sano”!
Il Cetto pensiero si affina e subisce una nuova evoluzione nella presentazione della rivoluzionaria linea politica, esternata al popolo nella trasmissione di Fazio di domenica scorsa. Il punto di forza della nuova strategia è la Calabrexit. “Stacchiamo la Calabria dall’Italia! Facciamo la Calabrexit! Stiamo scavando un canale sotto Cosenza, il canale di Piluez! Ci stacchiamo dal mondo, non abbiamo bisogno di nessuno! Abbiamo scorte di peperoncino per vent’anni!”. Adesso voglio vedere chi dei nostri governanti, saprà superarlo. Credetemi, questo è un film da non perdere.