di Attilio Rosati
Suscitano ilarità, quasi tenerezza, quegli italiani ipocondriaci che stanno correndo in farmacia a comprare mascherine protettive canti “corona virus”, non sapendo che queste sono costruite proprio a Wuhan, la città cinese di undici milioni di abitanti, dalla quale è partito il virus che con una certa lentezza, ma inesorabilmente, sta colonizzando il mondo.
La febbre della paura, come sempre, rischia di essere più infetta del virus stesso. Certo c’è poco da scherzare, ma ridimensionare il fenomeno e riportarlo a dimensioni più realistiche si può e si deve. Al momento, ci sono in Cina, 5974 casi certi d’infezione, 3 casi accertati in Germania, 2 in Francia. Le vittime accertate, dato che non tutti coloro che se lo prendono, muoiono, è di 132 decessi. A differenza di quanto avvenne per l’altro virus letale di qualche anno fa, la Sars, stavolta la Cina ha messo immediatamente a disposizione del mondo il genoma del virus e molti paesi stanno già lavorando alacremente per individuare una cura. Se si paragona ad altre infezioni virali del passato, il Corona virus, è un novellino. La spagnola, nell’immediato dopo guerra, fece 50 milioni di morti, con un incidenza del 35% della popolazione con una percentuale di mortalità del 5%, mentre il Corona virus ha “soltanto il 3%. La stessa Sars, era molto più rognosa, perché aveva un tasso di mortalità molto più alto (il 10%) della popolazione infettata. Fra poco saranno rimpatriati i circa 70 italiani che vivevano stabilmente a Wuhan; sono i meno pericolosi di tutti perche prima di salire su un aereo, completamente sterilizzato, saranno rivoltati come pedalini. Il Ministero della salute ha già attivato un numero emergenze, (1500) al quale si devono rivolgere coloro che hanno fondate motivazioni per ritenersi infettati. Se siete tentati di farvi prendere da ingiustificati attacchi di panico, ricordate che la banalissima influenza, lo scorso anno, ha fatto 8 milioni di contagiati e 192 morti. Ricordate che il virus si diffonde non attraverso i cibi ma per via aerea (starnuti, colpi di tosse, baci alla francese). Lavarsi spesso le mani è sempre e comunque una buona regola. Prudenza si, quindi, ma niente stronzate. I dati di quest’articolo sono stati prelevati dalle statistiche ufficiali promosse dal Ministero della Salute