In un periodo come questo, sognare di viaggiare è una boccata d’ossigeno. Lo facciamo con il racconto della “scoperta dell’America”, dei suoi parchi soprattutto, da parte di Clarissa, in viaggio pre-quarantena tra California, Arizona, Utah e Nevada con Alessio.
“Qual è la tua strada amico?… la strada del santo, la strada del pazzo, la strada dell’arcobaleno, la strada dell’imbecille, qualsiasi strada. È una strada in tutte le direzioni per tutti gli uomini”.
Era tanto che aspettavamo di poter fare questo viaggio e in niente ha deluso le nostre aspettative.
Abbiamo attraversato una parte d’America veramente “wild” quella rimasta ancora pura, quasi intatta, creando un itinerario libero, senza orari e senza obblighi ma con ogni tipo di comfort (ok, forse a volte troppo pochi e altri troppi). Un viaggio durato 21 giorni nel quale ci siamo trovati in un’America fino a quel momento vista solo nei film. Parchi che in inverno assumono colori pazzeschi, la neve… nel deserto di roccia rossa crea uno spettacolo della natura che ti lascia senza fiato!
Viaggiare on the road è senz’altro il modo migliore per poter assaporare quello che cerchi dal viaggio: abbiamo affittato una macchina con Alamo, direttamente dall’Italia, e all’arrivo a Los Angeles ci è stata fatta scegliere quella che preferivamo! Il viaggio già partiva bene!
Guidare nell’enormità delle strade americane è sicuramente una di quelle esperienze che ti lasciano un sorriso stampato in faccia per tanto, tanto tempo! Non eravamo tanto affascianti o incuriositi dalle città che avremmo visto, quanto dall’arrivare al più presto nei parchi, nel silenzio. E di silenzio ce n’era tanto essendo bassa stagione.
Lasciata Los Angeles, scenografica e alla moda, ci dirigiamo verso il Joshua Three che prende nome dall’omonima pianta, il cactus: non potevo non portare Alessio in una distesa infinita di cactus!
Sapevamo che la nostra meta del giorno era un’altra, il Grand Canyon, assolutamente la cosa più bella, emozionante e toccante che è capitata davanti ai miei occhi! Sconfinato, innevato, rosso, illuminato da un sole debole ma che accentuava tutte le sue sfumature in un tripudio di colori che poche volte nella vita si ha il piacere di vedere. Siamo rimasti lì, stupiti, con un panino del Subway tra le mani e la gambe a penzoloni sul Grand Canyon! Il pranzo più bello che io ricordi!
E poi di nuovo on the road: certo, quando sai che visiterai posti che sono la storia di una nazione le aspettative sono forse troppe, ma a differenza delle città nessun parco ci ha deluso. Dopo il Grand Canyon abbiamo attraversato strade infinite con colori indescrivibili, cieli rosa al tramonto e la musica che faceva da cornice a qualcosa che sapevamo già non avremmo dimenticato per tutta la vita.
Monument Valley, rossa, in lontananza uno skyline che hai visto mille volte nei film con le musiche di Ennio Morricone (ed è proprio la colonna sonora che abbiamo scelto per attraversare questo parco). Un leggero strato di neve, un sole che scaldava i cuori.
Zion Park, che ci resta dentro per un trekking che mai avrei pensato di fare, Sequoia National Park, Death Valley, Yosemite National Park, Antelope Canyon, Lake Powell!
La cosa più importante che abbiamo portato con noi? L’Annual Pass per i parchi americani: gli 80$ meglio spesi di sempre! Entrate illimitate in tutti i parchi d’America tranne quelli gestiti dagli indiani!
Las Vegas San Francisco… e la memorabile highway 1 Big Sur!!Una strada a picco sull’oceano Pacifico: chiamarla panoramica è riduttivo! Da San Francisco a Los Angeles sono circa 10 ore, ma quando guidi lì ti senti il padrone del mondo, ti senti dentro a un film che speri non finisca mai!
Se dovessi pensare di trasferirmi, sicuramente mi comprerei una casetta a Venice Beach proprio di fronte al mare, ai ragazzi che suonano, agli hippy che mettono su gruppetti per strada, odore di erba, murales, colori, gabbiani, onde e tramonti, oddio che tramonti! Sì, Venice Beach sarebbe il posto dove senza dubbio, avendo un po’ più di coraggio per lasciare tutto, mi trasferirei a occhi chiusi.
Prossima meta? Difficile dirlo, calcolando che questo periodo storico non lascia molto spazio all’immaginazione, ma ci piacerebbe la Malesya e dopo ancora il Giappone, ma quello sarà il nostro viaggio di nozze!