di Riccardo Rubbi
Continua la nostra rubrica sull’automotive tarquiniese. Il nostro ospite di oggi è Fabrizio Galofaro di Autopiù che ringraziamo per aver risposto alle nostre domande al seguito:
Come nasce la vostra impresa?
“Autopiù nasce nel 1991, ad opera dei miei genitori. Fin da subito si è orientata sul commercio delle vetture di seconda mano, aziendali e km0, con l’obbiettivo di venire incontro ad una domanda sempre più crescente, che ha caratterizzato gli anni 90 e i primi anni 2000”
Quale è stata la vostra evoluzione nel tempo?
“Negli anni siamo riusciti ad orientate la nostra gamma sempre più verso il premium. Ad oggi trattiamo molti brand di lusso moderni e auto d’epoca. Nella nostra offerta di prodotto si possono trovare marchi quali BMW, Mercedes e persino Ferrari. La vera innovazione è stata imparare a sfruttare le crescenti opportunità offerte dal mondo digitale. Lavoriamo su tutto il territorio nazionale, gestendo anche trattative online e consegne a domicilio per i clienti più distanti”
Quali sono i valori che contraddistinguono la vostra azienda?
“Di sicuro una forte passione per il settore, necessaria per lavorare in questo ambiente. Ciò che però realmente ci caratterizza è la nostra attenzione per il cliente, il quale viene sempre seguito da noi in tutte le fasi di vita del veicolo che compra qui, fino ad arrivare poi al riacquisto. La cosa è resa possibile da un rapporto di fiducia, che si è creato nel tempo, presenziando il territorio e lavorando sempre in modo trasparente. Un altro elemento è la nostra capacità di lavorare in un’economia circolare. La cosa si traduce nella scelta di orientarci solo sulla vendita, gestendo gli altri aspetti per mezzo di partnership locali per i servizi di pre e post vendita”
Cosa pensate che aiuterebbe concretamente il settore automobilistico a Tarquinia?
“Crediamo fortemente nella resilienza e nelle potenzialità della nostra città. Sebbene pensiamo che molti problemi del settore derivino dalle infrastrutture presenti sul territorio. Gioverebbe molto avere strade ben manutenute, ottimizzare aree di sosta e parcheggi, ma soprattutto una propensione ad abbracciare nuove forme di mobilità (quali ad esempio l’installazione di un maggior numero di colonnine elettriche così da preparare la città al cambiamento)”