Riceviamo e pubblichiamo
Una Testa in terracotta policroma del dio greco Ade, detta anche Barbablù, restituita recentemente all’Italia dal John Paul Getty Museum di Malibu e 45 casse di reperti etruschi e romani provenienti da un deposito svizzero di un noto trafficante inglese trafugati dal territorio italiano e recuperati dalle indagini dai “Carabinieri dell’Arte” ci riportano alla mente le migliaia di reperti, spesso autentici tesori unici al mondo, scavati ed esportati clandestinamente dal territorio italiano, ancora esposti nei musei di tutto il mondo.
A scoperchiare il vaso di Pandora dei luoghi e degli attori della “Grande Razzia”, delle migliaia di siti archeologici violati e devastati da “squadre di tombaroli”, degli intermediari e dei mercanti italiani e stranieri che si sono arricchiti con questo mercato che frutta più di quello della droga ma che ha meno rischi, è stato il sequestro avvenuto nel 1995 presso il Porto Franco di Ginevra ad un allora già noto mercante italiano.
Un pool costituito da un magistrato di “Ferro” Paolo Ferri, dalle forze dell’ordine unite e da due funzionari archeologi della Soprintendenza Archeologica per l’Etruria Meridionale hanno portato al ” Nostoi – ritorno” di centinaia di reperti sequestrati tornati nelle disponibilità dello stato italiano o restituiti da musei stranieri e collezionisti messi alle strette dalle indagini.
Fabio Isman ha raccontato nel suo libro “ I predatori dell’arte perduta, il saccheggio dell’archeologia in Italia, Skira, 2009″ le fasi delle indagini ed i processi che si sono svolti mentre Maurizio Pellegrini ha partecipato in prima persona ad esse insieme alla collega Daniela Rizzo in una sorta di scavo archeologico tra documenti contabili e non, foto, dossier, interrogatori cataloghi di musei ed aste dimostrando che gli archeologi, soprannominati investigatori del passato, hanno finalmente conquistato tale appellativo.
Una ricostruzione al limite dello scoop giornalistico con due importanti fatti nuovi.
Fabio Isman, giornalista, nasce a Monza il 30 marzo 1945 da una famiglia triestina e dal 1970 abita a Roma. Ha esordito nel 1964 all’Eco di Monza e della Brianza. Nel 1968 è entrato nella redazione de Il Piccolo di Trieste e nel 1969 è passato a Il Gazzettino di Venezia, da cui si è dimesso il giorno in cui è stato licenziato il direttore Alberto Cavallari.
Dal 1970 al dicembre 2009 ha fatto parte della redazione de Il Messaggero di Roma, dove è stato inviato speciale e capo dei servizi italiani.
Nel 1980, Isman finì in carcere per aver pubblicato su Il Messaggero alcuni estratti dei verbali d’interrogatorio di Patrizio Peci, il primo “brigatista rosso pentito”. Ci rimase per 131 giorni, prima di essere assolto in appello con formula piena.
Dopo essersi occupato per decenni di politica, scandali politici, processi e terrorismo, ed aver seguito importanti eventi in Italia e all’estero, due guerre in Medio Oriente, e l’elezione di due papi, da trenta anni scrive soprattutto di arte e cultura, anche al di fuori del nostro Paese, argomenti ai quali ha dedicato numerosi libri e pubblicazioni. Da anni, è particolarmente attento al saccheggio dell’archeologia clandestina in Italia, che dal 1970 ha portato allo scavo illegale di oltre un milione di pezzi, uno e mezzo secondo calcoli dell’Università di Princeton, coinvolgendo circa diecimila persone.
Per dieci anni, è stato titolare della rubrica “La pagina nera” su Art e Dossier che, dopo una pausa di altri dieci, ha ripreso nel 2010; è collaboratore, inoltre, de Il Messaggero, e di diverse altre testate periodiche, specializzate nel settore dei beni culturali, come Il Giornale dell’Arte, The Art Newspaper e Bell’Italia, dove è titolare della rubrica “Fuoriluogo”.
Dal 1. aprile 2013 al 31 marzo 2014, è stato Direttore editoriale di Artemagazine, quotidiano on line di arte e mostre di cui era Direttore responsabile Paolo Madron, che ha contribuito a fondare.
Maurizio Pellegrini, direttore Archeologo presso la Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria Meridionale, Responsabile del Laboratorio Didattica e Promozione Visuale e dei Servizi Educativi. Fotoreporter negli anni 75/80 e unico fotografo italiano in Iran durante la rivoluzione del 1979, è stato collaboratore dell’Ufficio Circolazione Beni della Soprintendenza, consulente della Procura di Roma in merito al mercato clandestino di reperti archeologici con al suo attivo gli importanti successi ottenuti dallo Stato italiano negli ultimi anni. Collabora da tempo come esperto in comunicazione museale con Musei comunali dell’area laziale ed è docente per la LASET (Libera Associazione per gli Studi Etruscologici e Topografici di Viterbo). Oltre alla docenza in Tecniche della Documentazione Audiovisiva per l’ABAV (Accademia delle Belle Arti “Lorenzo da Viterbo”) cura anche il corso di Giornalismo e Comunicazione Archeologica e Corso di Perfezionamento in Museologia, Museografia e Museotecnica. Nella sua lunga carriera ha realizzato diversi documentari, tra i quali Tuscania, Sutri ed i giochi Gladiatori, Lo Sport nell’Italia Antica,La Donna si Fa Bella – Menzione speciale sezione Didattica del “Capitello d’Oro” ‘2007, Nepi – Il Serpente e la Torre (in cooregia con Alan Badel – HIstoria), II restauro dei Cavalli Alati di Tarquinia, Demetra – Il Mito la Leggenda Le Tradizioni (in cooregia con l’antropologa Ebe Giovannini), L’Ultimo Mastro d’Ascia – Viaggio nelle Memorie (in cooregia con l’antropologa Ebe Giovannini), Il Restauro degli Affreschi del Castello di Ostia Antica, Gli Orafi Castellani (in cooregia con Stefano Sestili), L’Arte del Gandhara (in cooregia con Nasar Sheen), Breve Storia dell’Affresco.
Vinum, Storia del Vino nell’Italia Antica – Vincitore sezione Didattica del “Capitello d’Oro” 2008 è il lavoro che forse gli ha dato più soddisfazione ed ha meglio premiato la sua grande professionalità.
Andreas Steiner, giornalista, è fondatore e direttore della più autorevole rivista di divulgazione archeologica in Europa, ARCHEO che festeggia proprio quest’anno i 30 anni di vita.
Parteciperanno alla serata anche i rappresentanti delle autorità e istituzioni che hanno patrocinato la rassegna “Etruscans – gli Etruschi mai visti” che conclude con questo evento il ciclo che ha visto la presenza dei nomi più autorevoli della divulgazione culturale nazionale e del mondo scientifico. Si è parlato dei problemi generali del mondo dei beni culturali con i soprintendenti di 5 regioni, del mondo degli etruschi dalle origini alle ultime scoperte, dei parchi e di ogni altro aspetto dell’affascinante universo dell’antico popolo.
La rassegna è stata possibile grazie all’intervento di Banca Sviluppo Tuscia che si è posta come main sponsor della manifestazione. Non da meno il contributo della Fondazione Carivit che ha dato la disponibilità della sede delle conferenze e del personale, di Simona Badini e Maurizio Greto con Primaprint per tutto il materiale stampato che è stato distribuito gratuitamente (circa 50.000 tra flyers e booklets), la rete di imprese Etruscan Life Tour – Terra di Tuscia, Lucernoni Assicurazioni, Unindustria, e Terme dei Papi.
Promotori e sostenitori della rassegna i LIONS INTERNATIONAL del Distretto 108L, Club di Viterbo nella loro mission di promuovere il territorio e la cultura dello stesso per incentivare turismo e interesse per la nostra città.
Organizzatore d’eccezione e partner infaticabile per l’accoglienza degli ospiti e degli eventi della rassegna PROMOTUSCIA che ne ha curato ogni aspetto. Tra i protagonisti della rassegna anche il Comune di Viterbo e la sua Experience Etruria che hanno patrocinato l’evento e hanno promosso l’organizzazione delle visite delle scuole di tutta provincia alla Mostra Etruschi in 3D che si concluderà il 04 Maggio prossimo.
“Etruscans – Gli etruschi mai visti” ha dichiarato il Vicesindaco di Viterbo Luisa Ciambella ” ha accolto in questi mesi ospiti illustri, conosciuti e apprezzati per la loro professionalità e compentenza. Tutti gli incontri della rassegna hanno fatto da corollario alla mostra Etruschi in 3D, che confidiamo di chiudere dopo aver toccato i 50 mila visitatori. Entrambe le iniziative sono parte integrante di quel macro contenitore che è divenuto Experience Etruria, riconosciuto ufficialmente tra i dieci progetti di Expo dopo Expo e che vedrà a Viterbo, il prossimo 10 maggio, il ministro della pubblica istruzione Giannini per la sottoscrizione di un importante protocollo d’intesa tra i comuni di Experience e il Miur. Tre anelli di una catena che uniscono il mondo degli etruschi alle eccellenze storiche, culturali, enogastronomiche e agroalimentari del nostro territorio e quello di tre regioni”.
E per concludere HISTORIA, che ha pensato e fatto tutto questo perché “se la Cultura non dà da mangiare, sicuramente ci salverà.”