di Stefano Tienforti
Lo ammetto: rendermi conto che i miei quattro giorni londinesi non avrebbero coinciso, per poche ore, con il debutto di Italia ed Inghilterra ai Mondiali brasiliani, l’una contro l’altra, mi ha amareggiato un po’. L’idea di vivere in terra britannica il big match, magari in una piazza davanti ad un maxischermo, era infatti quanto di più divertente potessi chiedere all’inizio della Coppa del Mondo.
Per cui, arrivato sotto al Big Ben con in tasca il gol di Balotelli ed una buona dose di sorrisi beffardi, mi sono dovuto accontentare e “godermi” (alla luce dei fatti e col senno del poi non è forse il termine giusto, ndr) i surreali giorni di piscodramma calcistico vissuti da italiani ed inglesi in una capitale tanto multietnica che ogni nazione impegnata in Brasile ha una nutrita rappresentanza di tifosi.
A creare il giusto clima ha pensato la stampa inglese, con i tabloid che sono capaci di fare ben peggio di quanto riesce alla stampa italiana in tema di polemiche e gossip. Così l’immediata vigilia dell’attesissima Inghilterra-Uruguay ha visto ben poco protagonisti campo, tattiche e formazioni e si è concentrata su due fronti: la distruzione del povero Rooney – con tanto di fotografi al seguito della moglie in bikini in Brasile – ed il tentativo (mai tanto vano) di esorcizzare il “diavolo” Suarez. Ricordando il morso che l’attaccante uruguaiano in forza al Liverpool assestò, l’anno scorso, al difensore del Chelsea Ivanovic, un quotidiano ha pensato bene di lanciare in copertina tre giocatori inglesi con i denti alla Dracula titolando “Mordiamoli!”. Difficile immaginare la faccia del titolista subito dopo la doppietta con cui El Pistolero ha affondato i Leoni di Hodgson.
Più facile immaginare il silenzio tombale dei molti tifosi assiepati dentro e fuori dai pub – rotto solo dalle imprecazioni alle occasioni fallite e dall’esultanza all’illusorio gol di Rooney – o le facce arrabbiate dei tanti manager inglesi di ristoranti, pub e locali con alle dipendenze un esercito di italiani, di nuovo pronti allo sfottò vendicativo.
Perché, per quasi 24 ore, ai tifosi italiani tutto o quasi è stato concesso, a Londra, con gli inglesi vittime di una maledizione: tifare gli Azzurri per evitare l’immediata rimpatriata dal Brasile e mantenere accesa la speranza. Ed ai tabloid non è parso vero che Mad Mario (per gli inglesi Balotelli è rimasto un personaggio dopo i quasi due anni al Manchester City) dichiarasse di volere, in caso di vittoria azzurra contro il Costa Rica, un bacio niente meno che dalla Regina!
E così, alle 17 – in teoria l’ora del tè, in pratica l’ora della verità – italiani ed inglesi si sono seduti davanti alle tv ed ai tanti maxischermi allestiti a Londra per quella che, secondo molti, era una formalità: la vittoria azzurra contro il Costa Rica. In particolare, a Bishopgate c’erano due eserciti alleati e speranzosi – e tante maglie azzurre – che hanno accolto con un sorriso quasi compassionevole la presenza, a centro piazza, di otto – sì, esattamente otto – tifosi e tifose costaricani: visi dipinti di rosso, bianco e blu, bandiere come mantelli e l’approccio divertito di chi non ha nulla da perdere. Una macchia rossoblù che minuto dopo minuto ha preso coraggio ed entusiasmo, impazzendo quando, a una manciata di secondi dalla fine del primo tempo, Bryan Ruiz ha, di testa, baciato la traversa beffando Buffon e portando avanti i centro americani. L’incredulità, in fondo, può avere due facce: quella dei costaricani, che hanno visto la loro squadra nascondere il pallone all’Italia, e quella del resto della piazza, via via ammutolito dall’impotenza azzurra nel reagire allo svantaggio.
I festeggiamenti rossoblù a fine match erano, insomma, l’unico rumore nel silenzio di una piazza gremita, su cui già aleggiava una nuova maledizione: quella per cui i tifosi inglesi – pur nel delirio del venerdì sera londinese – nulla han potuto rinfacciare a colleghi, amici e conoscenti italiani. Per evitare di sentirsi ricordare che, ok, l’Italia ha perso, ma fino a martedì c’è la speranza di restare in Brasile, mentre Gerrard & co. già hanno prenotato i biglietti aerei per il ritorno.
Poiché, però, le “disgrazie” non vengono mai da sole, il fine serata ha presentato ad entrambi i “popoli” un conto ancora più salato: la sonante vittoria della Francia ed i conseguenti, sorridenti volti dei transalpini londinesi è qualcosa impossibile da digerire per chiunque, nonostante i fiumi di birra!