di Attilio Rosati
La fortuna, si sa, paga sempre i suoi debiti e sul bel campo in sintetico di Ostia, stavolta, ha deciso di risarcire i danni precedentemente causati alla Corneto. La compagine di Mister Granato ha cantato “lacrime napulitane” per 45 minuti, complice lo scellerato modulo ad una punta (4-2-3-1) che tanti guasti ha prodotto nelle ultime due stagioni. Ma nel secondo tempo, grazie ad un repentino ed opportuno cambiamento tattico (4-4-2), la musica cambia ed i ragazzi possono intonare un trionfale “O’ sole mio”.
Al fischio iniziale il Rodolfo Morandi si butta a capofitto nella metà campo ospite, complice l’atteggiamento eccessivamente guardingo degli etruschi che, difendendosi in sei, invitano gli antagonisti ad attaccare in sette. Risultato: Baroncini è chiamato agli straordinari e Spirito e compagni non producono neanche un tiro in porta. Invece Di Carlo, Luccioni e Falconi si alternano, con rapide incursioni, a tenere in apprensione portiere e difesa ospite. A furia di schiacciare nella loro metà campo i ragazzi di Mister Granato, il Morandi passa, su calcio da fermo, con una bella incornata di Piretti: siamo al47’e non c’è neanche il tempo di centrare la palla che il Sig. De Tommaso di Rieti manda tutti al momentaneo riposo.
Nella ripresa una Corneto dal volto nuovo si presenta in campo con Panunzi più spostato in avanti e Spirito ad aiutare l’isolato Rosati in prima linea. La tattica è vincente: nel primo e unico cross scagliato da Luciani (uno dei migliori in campo) Spirito pareggia le sorti del match con una precisa staffilata. Il centrocampo a quattro costituisce serio argine alle folate offensive dei ragazzi di Mister Amati e quandola Cornetoprende palla, il contropiede riparte più veloce. La svolta al40’, quando nel tentativo di liberare la propria area di rigore Castro confeziona un meraviglioso pallonetto che trafigge la sua stessa porta. Il bravo De Paoli, non può far altro che andare a raccogliere il pallone in rete.
R. Morandi, imbufalito, avanti a testa bassa nel tentativo disperato di recuperare. D’Ambrosio, al 44’, fa fuori due avversari, si presenta davanti a Baroncini, sta per tirare, Arcorace si butta a corpo morto sul calciatore e lo falcia platealmente. Il direttore di gara mostra l’inevitabile rosso e lo stesso D’Ambrosio si presenta sul dischetto per rimettere la gara in parità ma, complice la stanchezza, si lascia ipnotizzare dal portierone etrusco e gli spedisce la palla fra le braccia. Il fischio finale è affievolito dai ruggiti di trionfo dei giocatori tarquiniesi, che portano a casa l’intera posta, sofferta e tutto sommato cagionata da un paio di colpi di fortuna, ma meritata per l’impegno e per la voglia di continuare a crederci.