di Attilio Rosati
Strana partita, quella disputata fra le mura amiche dai ragazzi di Mister Nazzareno Gufi: un pareggio strappato a forza, con un pizzico di fortuna, al 95’ minuto, mentre l’arbitro stava già tirando il fiato per soffiare nel fischietto la fine della gara.
Andiamo per ordine: gli etruschi scendono in campo con scarsa vena e tanta sufficienza, non esprimono un gioco corale e commettono errori dovuti all’eccessiva precipitazione. Su uno di questi, al 30’ minuto del primo tempo, il centravanti fontenuovese (Fontinovi, un furetto dallo scatto anfetaminico) compie una prodezza e con un velenoso pallonetto da 30 metri infila la porta di Casali che niente poteva fare.
Tutti si aspettavano una reazione veemente dei locali, invece – con l’unica eccezione di Dario Spirito, che è il solito guerriero (rimedia pure un “vaffa” che costerà caro al suo avversario: espulsione diretta) – i tentativi di rimonta sembrano affidati più all’attesa di eventuali errori degli avversari che alla costruzione di un gioco razionale. Palloni lunghi, a volte buttati lì alla meno peggio, e pressing sui difensori avversari.
La partita si trascina così fino alla fine, senza che i romani, rimasti in dieci per il “vaffa” a Dario, facciano alcun che di veramente costruttivo per chiuderla e i locali per riaprirla; arriva l’ora della disperazione, manca una manciata di secondi al termine della gara, tutti avanti a testa bassa, Casali compreso, un cross in area intasata da traffici leciti ed illeciti, batti e ribatti fra una selva di spintoni e gomitate, il pallone tenta di sfuggire a questo caos universale e si rifugia fra i piedi dell’unico giocatore ancora lucido, che per fortuna è etrusco! È Panunzi, che con un gesto di disperata risolutezza infila la porta avversaria mentre in aria echeggia il fischio finale.
Vivere pericolosamente va bene, ma a tutto c’è un limite. Tutti escono dal campo mortalmente pallidi. Nessuno è contento.