Domenica 16 dicembre 2012 alle ore 10, presso la Sala Sacchetti(Via dell’archetto n .4) sarà presentato il Bollettino 2010-2011– supplemento n.XXXVIII alle Fonti di Storia cornetana. La pubblicazione costituisce momento centrale dell’attività della Società Tarquiniense d’Arte e Storia finalizzata, come da statuto, a contribuire alla tutela e valorizzazione del patrimonio storico artistico di Tarquinia ed estensivamente, per le oggettive connessioni, della Tuscia. Il Bollettino ambisce a riflettere la realtà di un territorio la cui complessità va adeguatamente analizzata in una continuità che dalle più remote stagioni della storia si svolge con straordinaria perennità fino ai nostri giorni. Compito questo che impone un’ opera selettiva a fronte della molteplicità di stimolazioni e proposte. In questo quadro nel quale la presenza delle vicende relative all’entità Tarquinia conferma la sua centralità, cura della redazione del Bollettino è quella di cogliere passaggi nodali nei quali il fenomeno culturale si svolge su un piano di globalità nel quale ogni intervento assume una funzionale necessità nella prospettiva nella quale si confrontano per , poi amalgamarsi, le istanze di tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale. Sia, in via primaria, quello di pertinenza della Società Tarquiniense d’Arte e Storia che, in generale, del più ampio orizzonte territoriale.
In armonia a questa linea, i vari contributi si articolano lungo un percorso temporale che dalla riflessione sulla cinta fortificata di Tarquinia svolta daMaria Cataldi, Giorgio Baratti, Lucia Mordeglia, si estende al problema linguistico derivante dalla presenza longobarda nel viterbese proposta da Luigi Cimarra. Tra analisi architettonica e riferimenti istituzionali si pongono gli articoli di Tiziano Fagliari Zeni Buchicchio sul portico di S Maria in Gradi di Viterbo e diAnna Maria Durisul Monte di Pietà di Corneto dal 1513 al 1516. Ricerche approfondite su personaggi di sorprendente interesse propongonoGiacomo Carrettoattraverso la figura di Giovanni de Bustelli de Foscolo, con puntuale attenzione al rapporto con Corneto nonchéGiannino Tizianiche si sofferma sulle vicende di Vincenzo Strigelli e il Gonfalone del Museo d’arte sacra di Tarquinia, la diffusione dei temi passionisti e Tommaso Conca.
Con lo studio sugli scavi alla Civita e alla necropoli intorno al 1830 di Vittorio Naccarato ci si approssima a tempi più a noi vicini che hanno, peraltro, visto la presenza in Tarquinia di personalità di consolidata fama letteraria e artistica quali Giovanni Arpino e Sebastian Matta presi in considerazione dagli articoli rispettivamente diAnna Alfierie Luciano Marziano. Riferisce di una situazione culturalmente pregevole l’articolo diTiziano Torresisu Bruno Blasi che, incentrato sulla bibliografia delle opere dello stesso, si prospetta come prima parte di uno studio più ampio sul personaggio da approfondire in seguito.
Con questo articolo si chiude la prima parte a valenza saggistica per passare al settore delle comunicazioni incentrate tutte sui lavori in corso nel territorio di Tarquinia. Elena Catanzariti, Rosaria Purificato, e Arianna Tentiriferiscono sui loro interventi di conservazione e restauro delle carte dei fondi Falzacappa e Cardarelli conservati nell’archivio storico della Stas. Anna Gruzzi, che ha diretto i lavori, analizza le loro modalità esecutive nel quadro delle aggiornate teorie sul restauro. I vari scavi e le scoperte nel territorio di Tarquinia in un vasto arco che va dal tumulo della Regina della necropoli della Doganaccia al santuario di Gravisca, al Cazzanello fino alla medievale città di Leopoli-Cencelle, formano oggetto di analisi da parte di Giovanna Bagnasco, Lucio Fiorini, Alessandro Mandolesi, Alessandra Sileoni, Francesca Romana Stasolla.
Le recensioni redatte daLuciano Marziano sui recenti studi pubblicati da Vittorio Naccarato,Tommaso Dore e Maurizio Brunori incentrati, rispettivamente, sulla figura di Luigi Dasti, lo sviluppo urbanistico e le vicende economiche del territorio di Tarquinia tra ottocento e novecento intendono evidenziare come la continuità storica, prima richiamata, già transiti nella modernità.
Luciano Marziano