di Stefano Tienforti
“È stata un’edizione dalle mille difficoltà, ma si è iniziato a costruire un terreno, a gettare le basi per una maggiore collaborazione e partecipazione della città”: esordisce così l’assessore a turismo e spettacolo del Comune di Tarquinia, Sandro Celli, nella conferenza stampa di rendicontazione del Divino Etrusco 2014. Un’edizione che ha sollevato più di qualche polemica, che Celli affronta comunque in maniera pacata, spiegando le scelte e decisioni dei concitati giorni pre-evento ed ammettendo errori e difficoltà. “Non cerchiamo giustificazioni o alibi – spiega, ad esempio, nel parlare dei ritardi con cui la manifestazione è stata partorita – ma le difficoltà incontrate sono oggettive e legate al fatto che il bilancio di previsione dello scorso anno è stato approvato a novembre, quello di quest’anno ancora non siamo riusciti a chiuderlo ed è difficile pianificare senza avere un quadro chiaro dei soldi a disposizione. In fondo, al giorno d’oggi e con questa situazione, manifestazioni come questa, come già avviene per il Presepe Vivente, devono vivere di luce propria ed autosostenersi. In quest’ottica abbiamo cercato di lavorare, pur con ovvie ed innegabili difficoltà, in questa edizione”. Edizione che, secondo il bilancio pressoché definitivo reso noto in conferenza stampa, ha visto spese complessive per 24.000 euro (contro le 32.000 circa che l’organizzazione attuale attribuisce allo scorso anno, anche se il vicesindaco Bacciardi in merito parla di 20.000 euro per il 2013, ma un bilancio ufficiale non è mai stato divulgato ndr) ed un totale superiore ai 1400 ticket venduti, per circa 14.470 euro d’incassi. Considerando che una parte di spese (tra cui quelle di tipografia e dei rapporti con le cantine e con i sommelier) le ha affrontate direttamente il Comune, che ha a sua volta elargito un contributo di 6.000 euro alla Pro Loco – associazione che ha fatto da contenitore ed organizzatore dell’evento – nelle casse del sodalizio guidato da Paola Peparello restano fondi in avanzo, a fine evento, pari a quasi 9.000 euro, “che saranno vincolati all’organizzazione dell’edizione 2015”, chiarisce Celli.
Clamoroso constatare, di fatto, come non solo a bilancio siano praticamente assenti voci di sponsorizzazioni – solo due attività commerciali, DOT e Capolinea Café, hanno contribuito al pagamento di alcuni spettacoli – ma sia evidente una voce di spesa che lascia perplessi: 2.000 euro pagati all’associazione Tarquinia Viva dei commercianti del centro storico per la messa in opera di 11 gazebo, che l’associazione stessa ha messo a disposizione solo in caso che fossero dei responsabili della stessa a provvedere al montaggio, a fronte di quel corrispettivo. Di fatto, quindi, i commercianti del centro storico non solo non hanno contribuito con alcun finanziamento sotto forma di sponsor, ma hanno finito per chiedere, tramite l’associazione che li raccoglie, i costi di messa in opera delle strutture.
“Il salto di qualità per il futuro può esserci se la città decide di sentire propria questa manifestazione – continua Celli – lasciandosi coinvolgere: perché il Divino cresca serve l’aiuto di tutti, non solo economico ma anche fattivo, di idee. Abbiamo cercato, in questo poco tempo, la massima condivisione con le realtà con cui abbiamo collaborato, prime tra tutti le cantine, per migliorare l’evento: ogni decisione è stata presa in sede di riunione. In fondo, quando tutti pensavano non si sarebbe svolto, il Divino s’è fatto, e ritengo una scelta giusta quella d’averci messo la faccia nel momento di maggiore difficoltà”.
“Il Divino deve riacquistare credibilità – prosegue Celli – a partire dalla promozione, che effettivamente quest’anno è stata carente. L’ha curata Daniele Aiello Belardinelli, ed ha fatto quel che si poteva con il tempo a disposizione. Per il resto abbiamo inteso rafforzare il rapporto con le cantine, con tutti vini della Tuscia, di cui cinque aziende di Tarquinia, più due cantine toscane. E per il futuro stiamo stringendo contatti con altre città”.
Chi organizzerà, quindi, il Divino 2015? “Sono cose che si vedranno: di certo ora, appena possibile, ci vedremo con le cantine e con chi ha lavorato per l’edizione 2014 per fare il punto su cosa ha funzionato e cosa andrà migliorato. Dopo di che, massimo a gennaio si dovrà iniziare a progettare l’evento 2015. Lo avevano detto anche altri? Di quello che dicono gli altri, si assumono loro le responsabilità”.