Riceviamo e pubblichiamo il testo inviatoci da Diletta Alessandrelli in replica alla nota di Fabrizio Ercolani titolata: ” Il vaso di Pandora” .
Letto lo sfogo di Fabrizio Ercolani sul mio conto, credo sia opportuno e giusto da parte mia , anche in virtù del diritto di replica, rispondere in merito a ciò che, nei miei articoli può avere offeso la sua dignità di cronista.
Premetto che l’articolo citato da Fabrizio Ercolani “ Tarquinia Viva ha preso il posto dell’ assessorato al turismo” non voleva essere una critica al suo lavoro, ma l’analisi di una notizia che per diverse ragioni andava a riallacciarsi ad un tema da me più volte trattato, e cioè la scarsa trasparenza con cui, a mio parere, in questa città vengono assegnate le gestioni di fondi pubblici e come si alimenti la divisione all’ interno di una categoria, senza parlare di bandi pubblicati con il silenziatore e insoliti giri di preventivi da un tavolo ad un altro.
Letto l’articolo di Fabrizio, e dato il grande numero dei comunicati stampa diramati in questo periodo dall’ amministrazione comunale, ho interpretato il suo pezzo come una velina di dichiarazioni provenienti da ambienti vicini all’associazione e all’ amministrazione comunale.
Mi dispiace se Fabrizio ha inteso ciò che ho scritto come un offesa personale e mi dispiace se c’è stato un fraintendimento in merito ad un virgolettato che io credevo, a questo punto erroneamente, attribuibile a voci amministrative e nel quale invece Fabrizio si è riconosciuto come giornalista.
Non mi ritengo una cronista, e tanto meno posso dire di essere una politica, infatti non siedo tra i banchi dell’ opposizione in consiglio comunale e all’ Università Agraria, non ho ruoli o incarichi nel Pdl perciò non posso parlare per il partito, ma per me come esponente o simpatizzante.
Quello che scrivo lo scrivo da cittadina, certamente di destra, certamente una cittadina privilegiata che ha avuto la preziosa opportunità di potersi esprimere sulla carta stampata.
Il giornalismo io non lo intendo come una pura trasposizione di comunicati stampa e dichiarazioni di politici o amministratori, ma come uno strumento di controllo sulla politica e su chi di volta in volta è chiamato a governare. Il giornalismo io lo intendo come uno strumento per creare opinione.
Per tutti questi motivi ci tengo a sottolineare che mi dispiace questo risentimento nutrito da Fabrizio Ercolani, e a ribadire che assolutamente non mi sarei permessa, mai, di andare a sindacare sulla sua professionalità e serietà.
Neanche posso accettare, però, di passare come la Pandora della situazione, come colei che d’un tratto libera nella ridente e spensierata cittadina di Tarquinia quelle negatività, invidie e rivalse personali che invece mi vengono attribuite.
Io non rinnego e non rinnegherò mai nulla di quello che ho scritto. Sono convinta, ed un osservatore attento dovrebbe esserlo altrettanto, che una amministrazione comunale che lavora in trasparenza non si adopera con tanto zelo all’ organizzazione di quella che definire “conferenza stampa” è un offesa alla dignità di ogni giornalista.
Non ho mai visto in vita mia, infatti, a conclusione di un incontro con la stampa, una premiazione ad associazioni di volontariato, e tramite lo strumento della targa il conseguente reclutamento di un pubblico scelto che plaudisse all’operato del sindaco e dei suoi uomini.
Capisco che i miei metodi possono sembrare poco ortodossi, ma voglio tranquillizzare Fabrizio sul fatto che, dietro quello che scrivo c’è sempre un lavoro di analisi e studio dei fatti.
Quando firmo un articolo mi assumo anche la responsabilità di quello che scrivo
e non vado a mettere la faccia su voci e sentito dire.
Personalmente non nascondo di sentirmi un po’ offesa anche io per le esternazioni di Fabrizio e per il suo intervento alla conferenza stampa di ieri, che di certo non era il luogo adatto ad un chiarimento su questa mancanza di rispetto ed educazione che lui sostiene abbia avuto nei suoi confronti.
Sicuramente se Fabrizio avesse voluto chiamarmi per chiedere dei chiarimenti e per far presenti le ragioni della sua collera e del suo disagio non mi sarei sottratta ad un sereno e civile confronto e magari anche ad una rettifica di quanto scritto.
Detto questo da cittadina non mi sembra accettabile la proposta di destinare il locale in cui è stata allestita la casa di Babbo Natale all’associazione Tarquinia Viva e mi pare più onesto parlare di commercianti prendendo in considerazione anche l’altra metà del cielo, l’associazione Unica e la ASCOM.
Diletta Alessandrelli