Deposito nazionale di scorie nucleari, in migliaia in marcia a Vulci in difesa della Tuscia

Stamani, domenica 6 aprile, l’area del parco archeologico e naturalistico di Vulci, tra Montalto di Castro e Canino, è stata teatro di una manifestazione che ha visto la partecipazione di comitati, associazioni, cittadini e rappresentanti istituzionali provenienti da tutta la provincia di Viterbo. L’iniziativa è nata per ribadire l’opposizione all’ipotesi di realizzazione di un deposito nazionale di scorie nucleari nel territorio viterbese, indicato tra i 21 siti ritenuti idonei nella Cnai (Carta nazionale delle aree idonee).

Il percorso della manifestazione e le presenze istituzionali

Il corteo è partito alle 10.30 dal parcheggio del Parco archeologico di Vulci, per poi proseguire lungo l’itinerario Porta Ovest–Criptoportico, Decumano e Mitreo Porta Nord. Tra i partecipanti, anche i sindaci dei comuni interessati dall’individuazione dei siti, affiancati da altri amministratori locali, tra cui la sindaca di Viterbo Chiara Frontini. Presenti anche il presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Romoli, e il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, Enrico Panunzi.

Le ragioni dell’opposizione espresse durante la marcia

Durante la mobilitazione, è stato ribadito il no al progetto avanzato da Sogin, che prevede lo stoccaggio di circa 95mila metri cubi di rifiuti radioattivi, di cui 17mila ad alta attività, su un’area di 150 ettari. Le motivazioni espresse dai promotori riguardano, tra l’altro, l’assenza di una valutazione del rischio sanitario tra i criteri adottati, la mancanza di analisi epidemiologiche sui tumori nella provincia, la presenza di falde idriche superficiali e la sismicità dell’area. Contestata anche l’incoerenza tra il quadro normativo e la progettualità proposta.

“Continuiamo su questa strada, con passione, determinazione e orgoglio”

“Credo che le foto raccontino tutto. Raccontano la misura di ciò che ha significato questa giornata per il nostro territorio. – le parole affidate ai social della sindaca di Montalto di Castro, Emanuela Socciarelli – Ci accusano spesso di soffrire della cosiddetta sindrome NIMBY – Not In My Backyard, “non nel mio cortile” – come se il nostro impegno fosse mosso solo da egoismo o paura del cambiamento. Se chiedere a SOGIN di rivedere un lavoro palesemente mal fatto significa meritarsi questa etichetta, allora la accettiamo. Ma la verità è ben diversa”.

“Individuare 21 aree tutte concentrate su un unico territorio non è solo un errore: è un atto deliberato contro una terra che ha già pagato un prezzo altissimo in termini di servitù industriali. – continua la sindaca – È voler continuare a distruggere un’area che invece ha una chiara vocazione agricola, turistica, culturale. Significa condannarla a un’economia di basso valore e scarsa redditività, invece di puntare sulle sue vere potenzialità. Se le nostre voci verranno ascoltate, se il nostro impegno sarà riconosciuto, allora sì: avremo fatto un grande passo avanti per il futuro della nostra terra. Continuiamo su questa strada, con passione, determinazione e orgoglio”.

Prossimo appuntamento l’11 maggio a Corchiano

La mobilitazione di stamani a Vulci è la seconda tappa del percorso di protesta “Tuscia in Movimento”: il prossimo appuntamento sarà l’11 maggio 2025 a Corchiano.