Riceviamo da Alessandro Romoli, Presidente della Provincia di Viterbo, e pubblichiamo
Esprimo grande delusione per il contenuto della Carta nazionale delle aree idonee a ospitare il deposito nazionale di scorie nucleari (Cnai) redatta dalla Sogin: il documento individua infatti 51 siti idonei in tutta Italia, di cui 21 nella sola Tuscia. Il nostro territorio è dunque quello che, in tutto il Paese, corre maggiormente il rischio di dover ospitare l’impianto per lo stoccaggio dei rifiuti nucleari.
Negli ultimi mesi amministratori locali, privati, accademici e comitati civici della Tuscia hanno organizzato incontri, conferenze e seminari per spiegare come la Provincia di Viterbo abbia già fatto la propria parte nella storia del nucleare italiano e come dunque sia il caso che anche altri territori si facciano finalmente avanti per ospitare il deposito di rifiuti radioattivi in questione.
Abbiamo presentato dati, abbiamo redatto relazioni per spiegare che una struttura del genere sarebbe dannosa per il settore agricolo e turistico del territorio, abbiamo più volte chiesto incontri presso i palazzi delle istituzioni a Roma. Purtroppo, però, dobbiamo registrare come ancora una volta le lamentele della Tuscia siano rimaste inascoltate.
Occorre dunque ribadire che la Provincia di Viterbo non è la “terra di nessuno”, e che non può essere utilizzata a piacimento per parcheggiare qui rifiuti di ogni genere, da quelli ordinari della capitale a quelli nucleari nazionali.
Interpelleremo dunque ogni ente e istituzione, da quelle nazionali a quelle europee, per evitare che il deposito per lo stoccaggio dei rifiuti nucleari venga realizzato nella Tuscia. Ci avvarremo infatti di ogni mezzo legale possibile per scongiurare questo scenario, che sarebbe davvero dannoso per l’economia e la vocazione agricola del territorio. E lo dico con la certezza che su questa battaglia il territorio della Tuscia è unito, al di là delle legittime convinzioni politiche di ognuno.
A tal proposito nei prossimi giorni convocherò infatti il Consiglio Provinciale e l’Assemblea dei Sindaci della Provincia per valutare tutti insieme le iniziative da intraprendere.