È stato prima sgomberato e poi demolito, nel pomeriggio di ieri, il chiosco dei fratelli Podda, allo svincolo tra la statale Aurelia e l’Autostrada, dove sono in corso i lavori per il proseguimento della Tirrenica.
Attorno alle 16 era arrivato il pronunciamento del Tar sul ricorso urgente presentato dai due fratelli per evitare l’abbattimento della struttura: un ricorso, però, rigettato. Sono così entrate in azione le ruspe, che hanno chiuso nella maniera più brutale e dolorosa per i fratelli Podda la vicenda. “Signore e signori, ma sopratutto ragazzi e ragazze, questa e l’Italia. UNO STATO DI POLIZIA. Oggi ho subito una violenza psicologica inaudita da parte delle istituzioni schiave dei poteri forti”: queste le parole che Bernardo Podda ha affidato a Facebook.
La giornata di ieri era stata ancora più convulsa delle precedenti, caratterizzate dal sit in di protesta di fronte alla struttura, alla presenza – oltre che dei dipendenti del negozio – di amici e dei rappresentanti del fronte per il no alla Tirrenica. Sin dalle prime ore della mattina sul posto era stato un via vai di forze dell’ordine; anche il sindaco Mazzola si è recato sul posto, offrendosi di fare da mediatore con Sat.
Il risultato è stato un incontro in Comune tra i fratelli Podda con i propri legali e i rappresentanti di Sat, alla presenza del sindaco Mazzola e del vicesindaco Bacciardi: pare che dal colloquio sia partita una trattativa per cercare, per la struttura dei Podda, una soluzione alternativa in vista della prossima realizzazione dell’autostrada e dei relativi svincoli. Un epilogo che, comunque, non diminuisce in alcun modo l’amarezza dei fratelli Podda.