Riceviamo e pubblichiamo
Dopo i forestali kazaki del 26 giugno scorso una nuova delegazione proveniente dal Caucaso si è recata in vista presso la Riserva Naturale Statale “Saline di Tarquinia” (VT), gestita dal Corpo forestale dello Stato – Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Roma. Si trattava del Dott. Gaioz Gabashvili, già Capo del Dipartimento Forestale della Regione del georgiana di Kakheti – comprendente il versante sud del Caucaso – accompagnato da un’assistente interprete e dal Prof. Lorenzo Venzi, esimio economista proveniente dall’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo nonché organizzatore del viaggio di studio, volto ad acquisire conoscenze ed esperienze in materia di gestione forestale e di protezione delle risorse naturali italiane.
La Georgia è una Repubblica ex sovietica situata nel Caucaso meridionale, posta al confine tra Europa ed Asia e compresa tra Mar Nero e Mar Caspio. Su una superficie di circa 7 milioni di ettari – meno di un terzo dell’Italia – ospita una popolazione di circa 5 milioni di abitanti: pur possedendo un territorio prevalentemente montuoso presenta un paesaggio piuttosto vario, dalle foreste basse paludose a quelle pluviali temperate fino ai ghiacciai, comprendendo ad est anche una porzione di territorio semiarido. Le foreste occupano il 44% del territorio, pari a circa 3 milioni di ettari, e sono situate soprattutto su colline e montagne: ciò a seguito della scomparsa di buona parte degli habitat naturali tipici delle aree pianeggianti, che nell’ultimo secolo hanno subito notevoli pressioni da parte di agricoltura ed urbanizzazione registrando estesi fenomeni di disboscamento.
Le foreste della Georgia occidentale sono composte soprattutto da caducifoglie quali querce, carpini, faggi, olmi e frassini mentre formazioni a conifere (soprattutto abete rosso) si trovano sopra ai 1.500 metri: la Georgia orientale, invece, presenta paesaggi aridi e formazioni forestali più ridotte, rade e composte per lo più da latifoglie. Da notare come oltre due milioni di ettari di foreste siano ancora di proprietà statale mente un quarto circa delle specie vegetali georgiane sia endemica. Erosione e degradazione del suolo dovute a topografia, precipitazioni intense e pascolamento eccessivo sono problemi comuni in Georgia: le foreste stesse, importanti per la conservazione del suolo e delle risorse idriche, sono state spesso degradate da un eccessivo raccolto di legname per combustibile e costruzione nonché dalle trasformazioni agricole. Per contrastare tali tendenze la Georgia sta iniziando a programmare iniziative anche internazionali volte a migliorare la gestione delle proprie foreste prevedendo, ad esempio, la costituzione di un Corpo forestale statale e la messa a punto di misure integrate per il contrasto degli incendi boschivi e degli altri agenti di degradazione forestale.
Durante la visita alle Saline la delegazione ha potuto, innanzitutto, ottenere informazioni di base su storia, strutture e compiti del Corpo forestale dello Stato, Ente che svolge attività sia di controllo e repressione dei reati ambientali e rurali che di gestione delle risorse naturali italiani e di prevenzione dei crimini a loro danno. Un particolare risalto è stato dato alle attività di tutela e conoscenza della biodiversità, coordinate dal’Ufficio per la Biodiversità del CFS e portate avanti localmente dai suoi 28 Uffici Territoriali per la Biodiversità. La visita presso la Riserva Naturale Statale “Saline di Tarquinia”, istituita con decreto ministeriale del 25 gennaio 1980, ha permesso loro di constatare la progressiva trasformazione di un sito ex industriale – utilizzato fino al 1997 per la produzione di sale – in un’area protetta di rilevanza statale appartenente anche alla rete europea di Natura2000. I delegati hanno, quindi, potuto apprezzare di persona la presenza di una ricca e particolare biodiversità animale e vegetale, rappresentata ad esempio da un folto gruppo di fenicotteri e di formazioni vegetali alofite endemiche della zona, che le misure di riqualificazione e promozione ambientale in corso di realizzazione a cura del locale Posto fisso del CFS. I partecipanti hanno, quindi, espresso soddisfazione per l’accoglienza ed espresso il desiderio di restare in contatto con le strutture forestali italiane anche al fine di valutare la possibile replicazione in patria di alcune delle iniziative di protezione dal degrado ambientale visionate in Italia.