“Dipingiamo tutti nel linguaggio di Delacroix”: questa dichiarazione, attribuita e Cézanne, dice molto del ruolo e dell’influenza dell’artista francese sull’arte moderna. E proprio il rapporto tra Eugène Delacroix e gli artisti che di lui han subito l’ascendente è al centro della mostra che apre il 2016 alla National Gallery – “Delacroix and the rise of modern art” – che scatta nelle splendide sale di Trafalgar Square il prossimo 17 febbraio per restarvi sino al 22 maggio.
Dai colori vivaci e le forme astratte di Matisse e Kandinsky, all’espressività di Van Gogh e Gauguin, passando per i vibranti colori complementari degli impressionisti: tutto può essere fatto risalire a Eugène Delacroix – l’ultimo pittore del“Grand Style” ma anche uno dei primi maestri moderni, capace di trasformare la pittura francese nel 19 ° secolo.
L’esposizione è un omaggio al maggior esponente del Romanticismo francese, artista che – al momento della sua morte, avvenuta nel 1863, era il più venerato artista nell’avanguardia parigina.
Traendo ispirazione da arte e letteratura inglese, dai suoi viaggi reali e immaginari in Nord Africa o dalle scene bibliche, ogni corda delle passioni umane può essere trovata nei dipinti di Delacroix: storie d’amore, omicidi, violenza, guerra.
“Il primo merito di un dipinto è essere una festa per gli occhi”: sottolineava, verso la fine della sua vita, Delacroix, le cui opere nelle sale della Sainsbury Wing della National sono posizionate affianco a quelle di suoi contemporanei come Courbet o Géricault, in una mostra che ripercorre cinquanta anni di eredità di Delacroix, esplorandone il profondo impatto sulle successive generazioni d’artisti.
La mostra è organizzata in collaborazione con il Minneapolis Institute of Art.