Riceviamo dall’insegnante di lettere Federica Gallotta e pubblichiamo
La Divina Commedia di Dante, da sempre, affascina chiunque, e questa sua capacità di attrarre e suggestionare i lettori di ogni generazione ha fatto sì che dal poema dantesco nascessero altre opere a esso collegate: omaggi, parodie, traduzioni sceniche, sonore e grafiche, riadattamenti. Per quanto riguarda le traduzioni visive, nei secoli innumerevoli artisti (pittori, scultori, incisori, miniatori, illustratori e fumettisti) hanno voluto omaggiare Dante (contribuendo anche alla diffusione della Divina Commedia) cimentandosi nella realizzazione di opere artistiche che avessero come soggetto il poema.
Ciò è dipeso senz’altro dalla notorietà dell’opera (basti pensare che il primo manoscritto illustrato giuntoci datato è del 1337-38, cioè di pochi anni dopo la pubblicazione della Commedia) ma anche dalla presenza al suo interno di molteplici situazioni e personaggi, che l’hanno resa e la rendono tuttora adatta a traduzioni grafiche di vario tipo. Edizioni illustrate antiche e non, dipinti e affreschi, fumetti e graphic novel: un apparato visivo sempre rinnovato e inesauribile, che descrive, nel passaggio da un’epoca all’altra, i diversi modi di leggere, interpretare e interiorizzare la Divina Commedia e che per insegnanti e studenti rappresenta un prezioso strumento per renderla più intellegibile.
Un ausilio di questo tipo non può non essere utilizzato oggi in classe, soprattutto se si sta insegnando a giovanissimi studenti della scuola secondaria di primo grado e soprattutto se questi studenti sono ragazzi abituati a una modalità di fruizione delle opere che non contempla il libro come unico strumento.
Certo, i testi scolastici, specialmente quelli per la scuola media, sono ricchi di immagini che hanno lo scopo di facilitare la comprensione e lo studio, tuttavia, come abbiamo già detto, i ragazzi sono sempre meno attirati dalla carta e il testo inevitabilmente deve trasferirsi sullo schermo. Così, sulla Lim il testo diventa ipertesto multimediale e – non saranno parole nuove queste per i professori – spesso lo stesso testo, se letto dal libro, difficilmente sarà capace di mantenere alta la concentrazione di tutti gli studenti, mentre se su schermo e arricchito di tante immagini, rende possibile una magia: lo sguardo attento e interessato di tutti, anche alle ultime ore di lezione. Certo, il testo dantesco rimane al centro dello studio ma, poiché l’immagine viene recepita più facilmente, più velocemente, più efficacemente, associare al testo tante immagini è di fondamentale importanza per rendere accessibile il poema a tutti quei ragazzi con bisogni educativi speciali, i quali farebbero senz’altro molta fatica a interfacciarsi con una lingua lontana da loro e complessa e complicata dal punto di vista semantico e concettuale come quella della Divina Commedia.
È per questo che, da una ragionata ma comunque sempre spontanea metodologia didattica e dalla risposta entusiastica da parte degli studenti della nostra Scuola, è nato il progetto “Dante nell’Arte”, che coinvolge non più solamente la materia Italiano ma anche quella di Arte.
Una rassegna completa delle traduzioni visive del poema non sarà chiaramente possibile, anche per la natura antologizzata della Divina Commedia studiata alle scuole secondarie di primo grado. È pur vero però che gli episodi studiati a scuola e quelli in cui si sono cimentati gli artisti coincidono, poiché da sempre sono i più apprezzati e per questo i più noti. Pensiamo alla figura di Caronte (Canto III) o, ancora meglio, a quelle di Paolo e Francesca (Canto V) che ritroviamo nelle opere di Ingres, Füssli, Scheffer, Rossetti, Doré, Feuerbach, Boccioni e tanti altri. Nel progetto avranno spazio anche le parodie, gli adattamenti, le versioni cinematografiche e le traduzioni in fumetto. Si citano, per esempio, L’Inferno, film del 1911 diretto da Francesco Bertolini, Giuseppe de Liguoro e Adolfo Padovan; la parodia a fumetti L’Inferno di Topolino, realizzata dallo sceneggiatore Guido Martina e disegnata da Angelo Bioletto; la più recente, divertente e spiazzante versione della Divina Commedia di Seymour Chwast, famoso designer statunitense, nella quale Dante, con impermeabile, cappello, occhiali da sole e pipa, assomiglia molto più a un detective che al poeta che tutti conosciamo. Un modo questo anche per far capire ai ragazzi del nostro Istituto che quello che stanno studiando è un capolavoro eterno ma anche molto attuale e perciò adatto a diverse interpretazioni e sempre nuovi vesti.
L’insegnante di lettere Federica Gallotta