(s.t.) Ha attirato per due mercoledì di fila davanti alla TV – rigorosamente accesa su Canale 5 – tanti tarquiniesi che ora attendono le puntate finali per scoprire il destino di Laura e i suoi compagni d’allenamento. E mentre lavorava sul set, nell’anno appena trascorso, posava per Emporio Armani, studiava recitazione e si laureava tecnico ortopedico.
Pur in una città che di talenti di varia natura ne propone molti, non è stato difficile per la Redazione de lextra.news scegliere Chiara Bordi come Personaggio dell’anno 2024. E il debutto de “I Fantastici 5” è capitato alla perfezione proprio nei giorni del riconoscimento.
D – Un 2023 intensissimo: dal successo di Prisma, serie di debutto, al lavoro su “I Fantastici 5”, con red carpet a Venezia al fianco di Raoul Bova. Poi ancora gli scatti per Armani e, nel frattempo, la laurea. Ma cosa vuole fare Chiara da grande?
R – “Eh, è una bella domanda, perché in realtà non credo di aver dato completa forma al mio futuro, per cui non lo so ancora con certezza. Ho tante passioni, tanti interessi molto diversi e che molto spesso non si incontrano tra di loro. Per cui, al momento, sto dando priorità al cinema. Ciò non toglie che comunque spero, in futuro, di fare qualcosa con la laurea che ho preso, perché fa comunque parte delle mie passioni. Quindi semplicemente adesso sto dando una priorità, ma non voglio abbandonare tutto il resto”.
R – Abbiamo coinvolto i follower Instagram de lextra.news che hanno proposto alcune domande per te. E una ora cade a pennello: come è iniziata la tua strada cinematografica?
R – “Sicuramente Miss Italia è stato un lancio, un modo per iniziare a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo e della televisione. Al tempo già sapevo che avrei voluto fare l’attrice, ma semplicemente pensavo di non poterlo fare. Poi Prisma ha cambiato tutto: mi ha contattato la casting director dicendomi che nella sceneggiatura di questo nuovo progetto c’era un personaggio con una protesi e che al regista sarebbe piaciuto conoscermi e farmi fare i provini. Inizialmente non mi sentivo all’altezza, non avendo mai studiato se non un po’ di anni di teatro, per cui stavo rifiutando. Poi lei, parlandomi del progetto in generale – che a me è piaciuto da morire, perché era molto, molto particolare e innovativo –, del personaggio che dovevo interpretare e del modo in cui veniva rappresentata la disabilità, mi ha convinto a iniziare almeno il percorso dei provini. Tutte le varie fasi di selezione sono durate mesi, poi fortunatamente alla fine mi hanno preso”.
D – Da allora hai iniziato un percorso di formazione finalizzato alla recitazione?
R – “Sì, qualche mese dopo Prisma ho cominciato a lavorare con una Actor Coach, studiando privatamente per imparare le base sia di dizione che di recitazione. Nel frattempo è arrivato il ruolo di Laura de “I Fantastici 5” per cui con lei ho iniziato a preparare il personaggio, mescolando quel lavoro con uno su varie tecniche di recitazione. Sono consapevolissima di essere all’inizio di un percorso e di dover migliorare sotto tanti punti di vista, per cui, avendo come ti dicevo dato priorità a questo, voglio continuare a lavorare per formarmi e crescere.
D – Forse è prematuro chiedertelo, ma ci sono già in ballo idee su futuri set, oltre alla seconda stagione di Prisma che è quasi in uscita?
R – “Sicuramente spero di riuscire, prima o poi, a fare un film: debuttare al cinema è qualcosa che mi piacerebbe tantissimo. In fondo è un po’ il sogno di tutti. Nel frattempo se ci sono provini interessanti da fare, li farò. Però al momento, di concreto, non c’è nulla”.
D – I follower vogliono chiederti se c’è un film del passato che avresti voluto interpretare.
R – “Qui la risposta è più che pronta: credo che se potessi interpretare anche solo un personaggio minuscolo in uno degli Harry Potter, pagherei io per farlo e non dovrebbero pagarmi loro! Considera che lo sto rileggendo per la quinta volta nella mia vita, mi sono vista tutti i video possibili su internet di backstage ecc!”
D – E sempre da Instagram: che attrice o attore vorresti invece affianco, escluso ormai naturalmente Raoul Bova?
R – “A me piace tantissimo Anne Hathaway, ma sfigurerei vicino a lei! Poi, anche se è ormai impossibile, mi viene in mente Gigi Proietti. In Italia, oggi, mi piace tantissimo anche Kasia Smutniak”.
D – Delle persone con cui hai lavorato, quale è quella al cui fianco ti sei sentita crescere di più?
R – “Raoul Bova, chiaramente, ha un’esperienza che è di grosso aiuto sul set. Ma in generale ne “I Fantastici 5” c’è Gianluca Gobbi, attore teatrale pazzesco, uno dei più grandi professionisti con cui abbia lavorato: lo stimo tantissimo per quanto recitare gli venga la cosa più naturale del mondo. Ma anche Lorenzo Zurzolo, di Prisma, sebbene abbia la mia stessa età, fa questo lavoro da quando ha sette anni: è giovanissimo ma con un’esperienza molto solida alle spalle e mi ha aiutato molto, soprattutto sul modo di vedere e vivere il lavoro”.
D – “Nonostante il percorso nella recitazione sia iniziato da poco, dai comunque una bella sensazione di spontaneità quando interpreti”.
R – “Qualcuno me l’ha fatto notare, poi chiaro: quando io mi riguardo vedo tanti, tanti difetti. Alla fine, secondo me, recitare è tanto ascolto e credo che, nei dialoghi, se effettivamente ascolti quello che dice l’altra persona riesci a creare una naturalezza che risulta spontanea rispetto al ripetere la battuta a memoria: rischia di diventare tutto molto meccanico”.
D – Capitolo Raoul Bova: che tipo è, lui che per anni è stato ed è tutt’ora un’icona di bellezza?
R – “Sicuramente all’inizio è stato strano: è stato per anni ed è tuttora un’icona per molte generazioni, conosciuto in Italia praticamente da tutti. Quando il primo giorno di set mi sono trovata a girare la prima scena da sola con lui un attimo timore nel dargli confidenza l’avevo. Invece sin da subito si è dimostrato una persona molto alla mano: credo sensibile sia la parola che lo rappresenta al meglio. Chiaro, che è consapevole di essere il personaggio che è, ma a volte, proprio per quanto è alla mano, mi chiedevo se si rendesse effettivamente conto che quando esce dal set ci sono sempre persone ad aspettarlo, sino magari alle 2 di notte. E la cosa bella è che ad esempio al Giffoni, o al Festival della Cultura paraolimpica di Taranto, c’erano persone di ogni età lì solo per lui, da ragazzine molto giovani alle mamme sino alle nonne! Per quello ti dicevo che è un’icona intergenerazionale!”.
D – La nostra ultima domanda viene dai follower: quando lo portiamo Raoul a Tarquinia?
R – “È la stessa cosa che in tanti mi chiedono da ormai un anno, e peraltro credo di aver capito che abbia un legame con Tarquinia: per cui sì, prima o poi riusciremo. Magari l’occasione giusta è il DiVino Etrusco, che generalmente raccoglie il consenso di tutti!”