di Jasmine Pignatelli
Una mostra a Roma restituisce centralità alla materia e alla ceramica
Sono passati pochi mesi da quando a Tarquinia si radunò un gruppo di artisti ceramisti laziali capeggiati da un critico e storico appassionato e motivato. Gli artisti erano i partecipanti di Keramikos 2012, che raccoglieva un ciclo di mostre tra Bracciano, Tuscania con ultima tappa a Tarquinia. Il Critico era Luciano Marziano, una vita ad indagare i segreti della ceramica e i suoi molteplici linguaggi nel complesso panorama delle Arti.
Sono passati pochi mesi da quando da quell’incontro nacque il “Manifesto di Tarquinia”, una riflessione sulla ceramica quale mezzo espressivo al pari di tutti gli altri materiali considerati più nobili e più adatti allo sviluppo di un linguaggio più squisitamente artistico e meno artigianale. La mostra che si tenne in due sedi a Tarquinia ufficializzò il valore espressivo e artistico della ceramica e degli scultori invitati da tutto il Lazio di cui molti di Tarquinia. La ceramica quel giorno smise di essere figlia minore dell’arte e ne divenne sorella. E sempre da quel giorno, ma penso da molto più tempo, Luciano Marziano non ha mai smesso di inseguire tra le tante mostre ed esposizioni in Italia la conferma che la ceramica aveva conquistato un posto privilegiato nel panorama delle arti tutte. E così ho incontrato qualche giorno fa Luciano, con degli amici (una delegazione di Tarquinia direi) ad una mostra a Roma. Una mostra che parla di Terra, che racconta del rapporto con la materia, una mostra che restituisce grande spazio alla ceramica presentata in tutte le sue declinazioni artistiche con sculture di grande dimensione, installazioni, video ecc.
Appena l’ho visto ho subito colto nella sua espressione un sorriso soddisfatto e commosso e mi sono ricordata quel giorno quando a Tarquinia io e Luigi Belli, Patrizia Burlando, Elettra Cipriani, Pirijo Eronen, Marco Ferri, Carla Francucci, Antonio Grieco, Leena Knuuttila, Massimo Luccioli, Mirna Manni, Alexia Manzoni Porath, Massimo Melloni, Fabrizio Naggi, Sabine Pagliarulo, Wolf Poelloth, Susy Pugliese, Tiziana Rivoni, Alfonso Talotta, Marco Vallesi, Mara Van Wees, Oriano Zampieri, firmammo il “Manifesto” stilato da Luciano e dedicato alla splendida Tarquinia. Quel giorno firmammo un patto con la scultura, firmammo un impegno con l’arte e la promessa di non tradire la ceramica. E oggi,a Roma, altra sede, altra mostra, altro titolo, e con alcuni di quegli artisti già presenti a Keramikos, si rinnova quel patto con la ceramica. La presenza dei Tarquinesi e di una persona autorevole nel suo campo come Luciano Marziano, ha di fatto creato un legame tra quella mostra e questa. Una mostra che riposiziona e ricolloca il materiale e il ruolo dell’artista come homo faber al centro dell’opera e voluta da Anna Caridi e Raffaella Lupi nel cuore di Roma, nella doppia sede espositiva Le 5 Lune e Sinopia Galleria.
THE LAB è il tiolo e gli artisti A3 Paesaggio, Angelo Aligia, Nino Caruso, Francesca Cataldi, Antonio Grieco, Riccardo Monachesi, Jasmine Pignatelli, Tiziana Rivoni, Yosuke Taki si confrontano in questo progetto sperimentale con il valore della “materia” e del “progetto”.
Io ero presente a Tarquinia e sono presente anche qui a Roma e osservando Luciano e i suoi amici di Tarquinia ammirare l’impegno di una mostra così ambiziosa e che restituisce valore e centralità alla ceramica, ho pensato che il progetto descritto in quel “manifesto” si stava concretizzando e rivelando.
:THE LAB | materia e progetto
dal 16 al 23 marzo 2013
Le 5 Lune, piazza delle cinque Lune 74 – Roma
Sinopia Galleria, via dei Banchi nuovi, 21 b/c – Roma
A cura di raffaella Lupi e Anna Caridi
opere di: A3 Paesaggio, Angelo Aligia, Nino Caruso, Francesca Cataldi, Antonio Grieco, Riccardo Monachesi, Jasmine Pignatelli, Tiziana Rivoni, Yosuke Taki