Riceviamo dal Comune di Santa Marinella e pubblichiamo
Dai fiori ai limoni: al via un progetto sperimentale per trasformare Santa Marinella, famosa un tempo per le sue produzioni florovivaistiche nella cittadina balneare capace di ospitare sulle sue campagne e nelle ex serre oggi dismesse, piantagioni di profumatissimi agrumi. Un progetto ambizioso ma facilmente realizzabile e in gran parte già finanziato dalla Regione.
Ieri mattina il Sindaco Pietro Tidei insieme all’assessore alle attività produttive Emanuele Minghella ha incontrato nella sede comunale due agronomi, specializzati nella cultura e produzione dei limoni, per pianificare un’iniziativa che nella sua fase iniziale potrà interessare un primo lotto di tre ettari dove sarà possibile impiantare circa 1200 piante di limone.
La specie scelta sarà per il 90 percento del tipo “sfusato amalfitano”, una qualità tipica della costiera e di Sorrento e per un restante 10% di “finger lime” o Caviale di Limone. “Sono molto entusiasta di quest’opportunità anche di sviluppo economico che ci è stata proposta che potrebbe avere anche di risvolti positivi offrendo nuove opportunità di lavoro Siamo già in possesso di un primo finanziamento regionale per attuare questa iniziativa e abbiamo già a disposizione i fondi per effettuare quanto prima una perizia tecnica dei terreni per valutare quali aree siano più indicate per piantumare gli alberi di agrumi.
Gli esperti valuteranno in questa prima fase di sperimentazione i terreni un tempo dell’ex Pio Istituto del Santo Spirito a Santa Severa e utilizzando anche l’area delle ex Serre Volpi In virtù delle favorevoli condizioni climatiche, soprattutto per quello che riguarda le temperature si ipotizza la trasformazione dalla città dei fiori alla città dei limoni possa divenire una realtà.
Con l’assessore Minghella abbiamo anche fatto una prima proiezione in termini di sviluppo occupazionale Il conto è molto semplice: considerando che per gestire 3 ettari di terreno sia prevista una presenza di almeno quattro o cinque persone, su un’estensione dei terreni, che abbiamo già a disposizione e che ammonta a circa 100 ettari, potrebbero essere coinvolte in quest’attività produttiva dalle 130 alle 150 persone. Valuteremo in una seconda fase se avvalerci della collaborazione di cooperative o di soggetti privati che intendono riconvertire le loro attività di produzione agricola considerando che la raccolta dei limoni si ripete per ben tre volte l’anno”.