di Fabrizio Ercolani
Cristo sommerso: scoppia la polemica. Dopo che l’associazione Fratelli del Cristo Risorto aveva preso le distanze dall’iniziativa lanciata dalla Parrocchia del Lido, sulla vicenda della copia della statua del Cristo Risorto, da immergere nelle acque del Porto Clementino, interviene polemicamente Enrico Benedetti, socio fondatore sia dell’associazione intitolata al Redentore risuscitato che del correlativo gruppo degli sparatori. “La notizia – esordisce Benedetti – della dissociazione, per altro non motivata, dei fratelli del Cristo Risorto dall’iniziativa assunta è scivolata via come acqua sul vetro, nonostante essa susciti serie perplessità e molteplici interrogativi, che cercherò di sintetizzare. A prescindere dall’indubbia, scarsa originalità dell’idea, si pensi al notissimo Cristo degli abissi di San Fruttuoso ed alla stessa Madonna della foce del Fiora, v’è, anzitutto da chiedersi come, e su impulso di chi si sia pervenuti alla riproduzione, in plastica o resine poco importa, della venerata statua lignea. Parrebbe, ma s’ignora in base a quali criteri di convenienza e competenza, che l’impresa si debba al Parroco di Maria SS. Stella del mare, ove la copia sarebbe esposta ogni anno previo il suo ovvio “ripescaggio” dallo specchio acqueo marino deputato ad ospitarla”. Benedetti rincara la dose. “Stante le indiscusse potestà in materia delle Autorità religiose, avremo, così, una doppia processione pasquale, con le identiche modalità di svolgimento e lo stesso seguito della prima? E chi ha sostenuto, vista la citata presa di distanza dell’Associazione, operante in seno alla parrocchia detentrice del simulacro originale, le relative e certamente non esigue spese? Ed ancora, chi ha finanziato l’estemporaneo trasferimento della riproduzione in piazza San Pietro, con tanto di banda cittadina in seguito? V’è, infine, da osservare che la riproduzione, per quanto perfetta possa essere, non pare proprio fondarsi su ineccepibili argomentazioni di opportunità e congruità, sebbene, secondo le cronache, abbia già consentito un’ambita passerella romana a qualche improvvisato credente. Di questo passo, a quando una riproduzione degli affreschi del Pastura, da collocare magari nella nuova chiesa dell’Olivo?”.