di Fabrizio Ercolani
Cena del Cristo Risorto: i portatori della macchina disertano in massa il tradizionale ritrovo di tutti i protagonisti dell’evento tarquiniese più atteso dell’anno. Anche se i diretti interessati, seppur contattati, preferiscono non rilasciare dichiarazioni, evitando di spiegare il clamoroso gesto che sembrerebbe avere causato anche una veemente arrabbiatura delle autorità presenti, secondo le prime ricostruzioni alla base ci sarebbero motivi che all’apparenza sembrerebbero futili.
Si parla del fatto che ai portatori sarebbe stata negata dal custode la chiave della Chiesa di San Giuseppe, ove è custodita la statua del Redentore e del fatto che a scoprire la statua sia lo stesso custode e non il capomacchina. È evidente però che all’interno del sodalizio emergano ogni anno dei dissapori che fanno perdere il senso della processione che solamente un tarquiniese può capire. La statua è della Chiesa e della città di Tarquinia e chiunque ha la fortuna di poter vivere da protagonista un evento che ogni anno porta a Tarquinia quasi 10mila persone, dovrebbe essere fiero del suo ruolo senza abbassarsi in polemiche, per lo più inutili, che non fanno altro che mettere in cattiva luce un’associazione che in città verrebbe sempre più vista come una casta e non più come un sodalizio al servizio del Redentore.
Un’associazione è tale se al suo interno, anche discutendo, si ha ben chiaro quale sia il fine ultimo dell’evento. In questo caso invece sembra, sempre dall’esterno e sempre ascoltando le opinioni dei cittadini, che ogni componente faccia gruppo a sé. Alla cena inoltre assenti anche molti componenti dello stesso consiglio direttivo. Il Sindaco e il Presidente dell’Associazione Don Augusto sembra siano intenzionati a vederci chiaro sull’intera vicenda.