Il 2020 è già passato alla storia come l’anno in cui tutto è cambiato. L’economia e la sanità, il mondo del lavoro e della scuola, il tempo libero e i divertimenti. Niente sarà più come prima, per usare un vecchio adagio, anche se tutto sta provando a tornare alla normalità.
Proviamo però a soffermarci in particolar modo sul settore dello svago, trainato da un’industria come quella del gioco. Qui la mannaia della pandemia da Covid 19 si è fatta sentire in maniera più importante, dal momento che la spesa mensile in gioco si è praticamente dimezzata nel 2020, arrivando a una cifra di poco superiore ai 2 euro. Lo rende noto Giochidislots che ha pubblicato e approfondito i dettagli statistici di una recente ricerca Istat, in cui si evidenzia come la spesa media mensile sia passata, per ogni nucleo familiare, da 3,91 euro nell’epoca pre Covid 19, a 2,12 nel 2020.
E il momento del lockdown è quello che è finito sotto la lente d’ingrandimento, visto che milioni di italiani si sono ritrovati chiusi in casa, senza passatempi tradizionali e senza svaghi. “A causa della pandemia e delle misure restrittive imposte, i bambini e i ragazzi si siano chiusi in se stessi, trascorrendo un tempo sempre maggiore sui social o davanti ai videogiochi, anche con conseguenti grandi difficoltà ad uscire di casa“, ha spiegato a Jamma la senatrice Veronica Giannone, in quota Forza Italia, , durante la Commissione Giustizia e Affari Sociali della Camera.
I giovani, insomma, si sono avvicinati a volte pericolosamente al mondo del gioco online, mentre si sono allontanati da altri settori. La cultura, per esempio, verso la quale prima andavano almeno 18 euro a famiglia nel 2018 ed è crollata nel periodo pandemico ad appena 10,9 euro. Calano soprattutto cinema e teatri, che sono senza ombra di dubbio le attività più colpite dalle restrizioni: se nel 2019 una famiglia spendeva, al mese, 6 euro e 23 centesimi, nel 2020 ne ha spesi appena 1,70. Segno meno anche per i giornali e le riviste, che hanno lasciato per strada 1 euro tra 2019 e 2020.
Le spese maggiori riguardano, al di fuori dei generi alimentari, soprattutto luce e gas, mentre cresce pericolosamente la quota delle bevande alcoliche e dei tabacchi: circa 42 euro al mese in media per ogni famiglia. Numeri pericolosi, che illustrano una situazione tutt’altro che rosea. E che deve presto cambiare. La politica e il Governo sono chiamati adesso a passare dalla teoria alla pratica, dalle parole ai fatti.