di Stefano Tienforti
Era quasi un anno fa – probabilmente i lettori affezionati lo ricordano – quando annunciammo una buona notizia, come spesso accade condividendo i bei successi di uno dei tanti tarquiniesi che si impegnano per valorizzare il proprio talento e l’impegno nel lavoro: Corrado Chiatti, tarquiniese, laureando in Arti Visive all’Università IUAV di Venezia, aveva appena vinto assieme a due suoi colleghi co-autori – Chiara Faggionato e Daniele Tucci – il Premio Concorso Internazionale alla quinta edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival di Venezia grazie al cortometraggio Ardeidae.
Ebbene quell’opera – i cui concetti e la cui fotografia testimoniavano già dal primo impatto l’elevata qualità del prodotto artistico – ha proseguito una strada di successi e riconoscimenti di livello enorme. Sino a sbarcare, ad inizio febbraio, a Clermont-Ferrand, cittadina francese che ospiterà la trentottesima edizione del Festival International du Court Métrage, la più importante rassegna mondiale in tema di corti. Ardeidae sarà in concorso nella categoria Lab Projects ed è in programmazione più volte, ad orari diversi, durante i nove giorni del festival, dal 5 al 13 febbraio.
Ma la prestigiosa tappa francese non è che il culmine di un percorso che, iniziato a Venezia, ha spinto Ardeidae in giro per l’Italia e l’Europa: selezione al Bellaria Film Festival come unico corto in finale ufficiale, vittoria ex aequo come miglior corto al PerSo – Perugia Social Film Festival, menzione speciale della giuria – composta, tra gli altri, dal regista Piero Messina – all’Arcipelago International Film Festival di Roma, selezione a Lisbona all’Arquiteturas International Film Festival e vittoria come miglior corto con menzione speciale al Festival “Il laceno d’oro” di Avellino, categoria “Gli occhi sulla città”.
“Oltre allo stupore che ci ha suscitato il susseguirsi di chiamate da parte dei festivals che di volta in volta hanno selezionato Ardeidae, – racconta Corrado – abbiamo notato che ad ogni proiezione il film acquistava nuove prospettive, apriva nuovi campi di dibattito legati alle sensibilità del pubblico e a quelle dei vari comitati di selezione dei festivals”.
“Questo ha fatto sì che la nostra riflessione su Venezia, acquistasse non solo un’importante visibilità in Italia e all’estero, ma che il film stesso si trasformasse sotto i nostri occhi, arrivando a sollecitare curiosità estetiche e a sollevare questioni intorno al concetto della sconfitta del modello di città post-industriale in Occidente. Insomma Ardeidae ha cominciato a camminare da solo e a dialogare con il pubblico, prendendo forme che non ci aspettavamo, e continuando a porre delle domande anche a noi stessi che lo abbiamo realizzato.”.
Ora la ciliegina sulla torta con il passaggio in Francia, in attesa di partecipare anche al Festival de San Sebastián. Il tutto mentre per Corrado prosegue con entusiasmo la vita professionale e di studio a Parigi, dove si è trasferito da oltre un anno per completare la propria formazione e cercare esperienze lavorative importanti. “Adesso – spiega – dopo un periodo al Centre Pompidou, al dipartimento cinema sperimentale, sto lavorando su un progetto molto difficile che sarà la mia tesi di laurea: costituire una radio comunitaria itinerante nel quartiere parigino della Goutte d’Or. Un quartiere a maggioranza africana, in cui ci sono problematiche molto delicate ma dove c’è anche una dimensione molto “ricca” sotto il profilo culturale, politico, sociale e musicale”.
“Ho pensato alla radio – prosegue Corrado – come dispositivo per attivare una sorta di radar discorsivo condiviso con la comunità, per far si che la programmazione venga dalle esigenze stesse del quartiere. Per stabilire un’orizzontalità sia nella diffusione che nella creazione della piattaforma stessa”.
Nel frattempo, Corrado si gode le soddisfazioni legate ad Ardeidae, con un auspicio: “Mi auguro che presto il corto possa essere proiettato anche a Tarquinia”. Speranza per la quale L’extra è pronto a impegnarsi, magari rinnovando la già fruttuosa collaborazione con il Cinema Etrusco per permettere ai concittadini di assistere alla proiezione e, perchè no, ad un successivo dibattito sugli spunti che da essa possono trarsi.