“Molte, molte perdite di posti di lavoro”, perché licenziamenti su larga scala sono “inevitabili” a seguito della crisi del coronavirus: non è certo una sorpresa, l’ammissione di ieri sera, da parte di Boris Johnson nel corso della conferenza stampa a Downing Street, ma via via che prova ad avviarsi alla ripresa governo e popolazione britannica si trovano a fare ulteriormente i conti con le conseguenze economiche, occupazionali e sociali della pandemia.
Il Primo Ministro ha fatto una valutazione senza mezzi termini nel corso del briefing di mercoledì, in vista della riunione odierna del Commons business committee, nel corso del quale è prevista la discussione di ulteriori dettagli sull’impatto dell’epidemia su datori di lavoro e lavoratori.
Nel frattempo, Johnson riporterà a un vertice globale che la vaccinazione del mondo contro le malattie mortali, tra cui Covid-19, è “lo sforzo condiviso più essenziale delle nostre vite” e chiederà che “l’umanità si unisca” entrando in una “nuova era globale di cooperazione sanitaria”.
Le dichiarazioni del primo ministro arrivano mentre il governo continua a difendere i suoi piani per imporre rigide regole di quarantena di 14 giorni per i viaggiatori in arrivo dall’estero e mentre il bilancio ufficiale delle vittime del virus del Regno Unito è salito a quasi 40.000, anche se ulteriori fonti spingono la cifra sopra i 50.000.
Nel frattempo, Lisa McNally, direttrice della sanità pubblica del Sandwell Council nelle West Midlands, ha dichiarato di essere sorpresa che il blocco sia stato allentato prima che il sistema di test e di tracciamento sia entrato a pieno regime, parlando al programma Today di BBC Radio 4.