Secondo uno studio dell’Institut Pasteur pubblicato il 13 maggio sulla rivista Science, l’11 maggio, il giorno dell’inizio del deconfinamento in Francia, il 4,4% della popolazione francese – cioè 2,8 milioni di individui – è risultato infeto da Coronavirus: l’Institut Pasteur parla di un margine di errore compreso tra 2,8 e 7,2 o tra 1,8 e 4,7 milioni di persone.
I ricercatori dell’Institut Pasteur ricordano, inoltre, che “sarebbe necessario che circa il 65% della popolazione fosse immunizzato affinché l’epidemia fosse sotto controllo. I risultati indicano quindi che senza un vaccino, l’immunità collettiva da sola sarà insufficiente per evitare una seconda ondata alla fine del lockdown. Pertanto, misure efficaci di controllo devono essere mantenute oltre l’11 maggio”.
Ma lo studio ha anche aspetti positivi e mostra come il contenimento abbia ridotto significativamente la diffusione del virus e il suo tasso di riproduzione, cioè il numero di persone infette da un singolo portatore: questo tasso è sceso da 2,90 a 0,67 durante questi 55 giorni di isolamento.
Lo studio esamina anche in dettaglio la mortalità del Coronavirus e rileva che il 3,6% delle persone infette ha dovuto essere ricoverato in ospedale, mentre lo 0,7% è deceduto. L’età è un fattore importante: lo studio rileva che la mortalità sale al 10,1% nei soggetti con più di 80 anni e scende allo 0,001% in quelli con meno di 20 anni.