Come confermato da Conte ieri sera in conferenza stampa, quello dell’autocertificazione è il metodo confermato per le giustificazione degli spostamenti anche a seguito dell’estensione nazionale della zona protetta per limitare il contagio da coronavirus.
Fermo restando l’assoluto divieto di spostamento per le persone sottoposte a quarantena o positive, nel decreto è prevista la limitazione al minimo degli spostamenti, consentiti solo per motivi di lavoro, di necessità o sanitari. Motivi che, qualora si venisse fermati dalle forze dell’ordine, andrebbero motivati con esplicita autocertificazione.
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Il modulo, messo a disposizione dal dipartimento di Pubblica sicurezza. Nel modulo, può essere consegnato e firmato dalle forze dell’ordine: su di esso vanno specificati i motivi del viaggio, da dove si proviene e dove si va e di essere a conoscenza delle misure di contenimento del contagio di cui all’art. 1, lett. a) del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2020 concernente lo spostamento delle persone fisiche in entrata, in uscita, nonché delle sanzioni previste dall’art. 4, co. 1, dello stesso decreto in caso di inottemperanza (art. 650 C.P. salvo che il fatto non costituisca più grave reato).
Lungo le linee di comunicazione e le grandi infrastrutture controlli in capo alla Polizia stradale, lungo la viabilità ordinaria anche a Carabinieri e Polizie locali, sulle linee ferroviarie tocca a Polizia ferroviaria in collaborazione del personale delle Ferrovie dello Stato, delle autorità sanitarie e della Protezione civile: in entrata e uscita dalle stazioni possibili verifiche sullo stato di salute dei viaggiatori con i termoscanner.
Negli aeroporti saranno controllati i passeggeri in partenza e in arrivo che dovranno esibire l’autocertificazione.