Appello al senso civico e all’appartenenza nazionale, ma anche provvedimenti ed eventuali sanzioni: si muove su queste linee il decreto con cui l’Italia tenta di arginare la diffusione del contagio del coronavirus (qui una sintesi di cosa si può o non si deve fare).
Al di là, insomma, delle campagne informative e di quelle mediatiche per invitare la popolazione a rispettare le restrizioni, come funziona il sistema di “difesa” nazionale contro il Covid-19?
Innanzitutto, è compito dei prefetti monitorare l’attuazione delle misure previste dai vari decreti, ultimo quello di ieri che ha esteso all’intero territorio italiano la zona protetta. Le prime indicazioni alle forze dell’ordine invitano a informare i cittadini delle conseguenze di eventuali violazioni delle norme. I prefetti dovranno convocare immediatamente, anche da remoto, i comitati per l’ordine e la sicurezza per decidere tutte le misure di coordinamento e dei controlli delle autodichiarazioni.
Veniamo alle sanzioni: stando a quanto previsto dal decreto firmato ieri da Conte, la violazione delle prescrizioni è punita con l’arresto fino a tre mesi e l’ammenda fino a 206 euro, secondo quanto previsto dall’articolo 650 del codice penale sull’inosservanza di un provvedimento di un’autorità.
Ancora più dura la mano sarebbe se qualcuno adottasse comportamenti di estrema gravità, come la fuga dalla quarantena per i positivi: casi simili possono configurare, infatti, il reato di delitto colposo contro la salute pubblica.
Ultimo capitolo in merito alle false autocertificazioni, dettaglio sottolineato dallo stesso Conte in conferenza stampa. La «veridicità dell’autodichiarazione potrà essere verificata anche con successivi controlli». La raccomandazione alle forze dell’ordine è quella di ammonire il cittadino a dire la verità, ma in caso di riscontro negativo si procederà alle sanzioni.