di Attilio Rosati
La Corneto schiera in campo Casali, Solari, Gaglione, Panunzi, Ferri, Gravina, Spirito, Poggi, Elisei, Bordo, Giorgi. Il modulo è un saggio 4- 4- 2, speculare rispetto a quello degli antagonisti del Rieti. Diciamo subito che l’arbitraggio del Sig. D’Aquino di Roma è stato assai discutibile: due rigori (di cui uno realizzato) a favore del Rieti e nessuno dei due plausibile; una espulsione (Delle Monache per bestemmia) che ha un sapore vagamente riparatorio.
Detto questo, corre l’obbligo di evidenziare che gli stessi limiti che hanno pesantemente condizionato il gioco degli etruschi nelle partite in trasferta, la scorsa stagione, si sono ripresentati pari pari anche quest’anno.
Risultato: i ragazzi di Nazzareno Gufi rimediano ben 11 reti in 5 giorni, sette contro il S.Cesareo in coppa Italia e quattro domenica con il Rieti.
Manca quella spregiudicatezza e quel pizzico di incoscienza che fanno la differenza con le partite casalinghe. Manca la voglia di rischiare, mettendosi in gioco con temerarietà, manca la disinvoltura delle giocate d’istinto tipiche di chi sa dire: “O la và o la spacca”. Questo è il “Mal di trasferta” che appesantisce il gioco della Corneto quando è lontana dalle mura amiche, condizionandone pesantemente i risultati.
Già alla fine del primo tempo i reatini avevano realizzato tutte e 4 le segnature necessarie a chiudere la gara. Ci sarebbe stato il tempo, e anche il tasso tecnico necessario, per riparare contro una squadra che per giunta era rimasta in dieci e i ragazzi di Mister Gufi, credetemi, non hanno niente di meno del Rieti. Bisogna solo acquisire un pizzico di mentalità “corsara”.
C’è tempo, ci sono le capacità, ci sono le necessarie conoscenze. Bisogna crederci. Tutto qui.