di Attilio Rosati
La Corneto Tarquinia fa visita alla prima della classe e i primi quarantacinque minuti di gioco sarebbero da incorniciare: i ragazzi di Mister Ercolani schiacciano la Boreale nella propria metà campo, la costringono a difendersi come un pugile all’angolino e, a coronamento di tanta determinazione, passano in vantaggio con Pastorelli intorno alla mezz’ora. Positivo il fatto che anche dopo la rete del vantaggio gli etruschi continuino a contendersi ogni centimetro di campo con la prima in classifica, attaccando gli spazi a pieno organico. Impotente la rabbia dei romani che possono solo levare gli scudi e ripararsi.
Nella ripresa, forse a causa di una rete del pareggio arrivata con troppa immediatezza (Vulpiani al 2’), gli etruschi cedono sul piano nervoso e cominciano ad arretrare il baricentro; metodica, implacabile, la Boreale avanza. Non forza mai su nessuna palla, ragiona e crea occasioni con rapidità e intelligenza tattica: ci vorranno due miracoli di Iacomini per tenere in bilico la gara e a complicare le cose ci si mette anche il Direttore di gara che, in una manciata di minuti, combina una serie di disastri impressionanti: prima infligge un rigore per fallo inesistente di Codoni su Di Gennaro ed espelle il presunto autore, poi butta fuori anche Campari per una malintesa frase offensiva mai pronunciata dal ragazzo.
Gli ingredienti per portare a casa una sconfitta ci sono tutti ma nel calcio esiste anche il famigerato “Fattore C” che in questo caso diventa un autentico atto di giustizia; a tempo scaduto, una punizione di Pastorelli viene respinta da Giorgi: la palla s’impenna, il portiere romano la insegue, la manca clamorosamente e in quel mentre Galli, che si era appostato e stava a vedere che succedeva, si ritrova il pallone all’altezza del naso. Con una prodigiosa nasata, infila l’angolo introvabile e regala un puntone alla sua squadra. Un film, a lieto fine per tutti tranne che per Mister Franceschini, che l’arbitro espelle non si capisce bene se per evitargli un colpo apoplettico o per punire qualche intemperanza verbale che non era facile decifrare in quanto il suddetto bestemmiava in una lingua antica, o comunque sconosciuta, presumibilmente il mandarino arcaico.
Corneto a quota 25 punti. 15 alla salvezza.