di Attilio Rosati
Mettiamoci subito d’accordo. I primi commenti includono anche la formazione, per darvi modo di familiarizzare con i nuovi arrivi, poi, andiamo a ruota libera, con diritto di replica, intervento e commento da parte di tutti: “giornalismo partecipato”, come dice Stefano Tienforti.
Allora, la Corneto schiera Casali in porta, Cruciani, Solari, Panunzi, Bordo, Gravina, Ferri, Spirito Elisei, Bisozzi e Giorgi: assenze pesantissime, Gaglione e Poggi, che di solito, si collocano al centro della difesa. Il modulo ci pare un 4-2-3-1, due cursori sulle fasce, il centravanti che fa le sponde e si rende pericoloso sul gioco aereo. La gara, a porte chiuse e su campo neutro, comincia con la solita fase di studio, entrambe le formazioni tentano senza troppa convinzione di passare in vantaggio ma nessuna delle due lo meriterebbe; sennonché, un difensore del Pomezia, verso la metà della prima frazione di gioco, intercetta una palla con un braccio in area in modo clamorosamente plateale e il direttore di gara, il Sig. Mattera di Roma, malissimo assistito dal guardialinee, non si accorge di niente. Succede poco altro, nei primi 45 minuti.
Nel secondo tempo Nazzareno Gufi è costretto a sostituire Giorgi, che aveva combattuto con una caviglia dolorante per tutto il tempo. È l’episodio chiave della gara, poiché la torre del Pomezia Spaziani, non trova più validi antagonisti in area (Giorgi ne aveva contenuto le folate) e su calcio d’angolo trova la rete. Casali, senza colpe.
Mancano 15 minuti al termine della gara, gli etruschi si gettano in avanti per recuperare, ripartono sulle fasce, si dannano per creare occasioni buone e a tempo quasi scaduto, con un tiro di Bisozzi forte e forse solo un pochino troppo centrale, rischiano di agguantare il pareggio. Una gara tutto sommato non molto esaltante, ma siamo alle prime battute, pesa ancora sulle gambe di tutti la preparazione e la mancanza di un pubblico rende scarsa l’adrenalina, ingrediente indispensabile per prestazioni esaltanti. La Corneto non è male. E può crescere ancora tanto.