di Attilio Rosati
Nella più grande e probabilmente più antica opera di strategia militare mai scritta (L’arte della guerra, 485 a.C.) Sun Tzu, narra che un giorno due grandi generali, alla vigilia dello scontro finale delle proprie truppe, si incontrarono sotto una tenda e ciascuno spiegò all’altro cosa avrebbe fatto per vincere. Al termine delle rispettive spiegazioni, uno dei due generali, riconobbe la superiorità tattico strategica dell’altro e immediatamente pose fine alle ostilità arrendendosi, per non sprecare inutilmente vite umane. Tutto questo Sun Tzu narrava, per affermare che i grandi generali vincono le guerre senza neanche combatterle. Nazzareno Gufi è un grande generale.
Ha vinto la gara di domenica al Cardoni, contro il Fiumicino, senza sparare neanche un colpo. In tutta la gara, da registrare l’insidiosa punizione di Bisozzi che il portiere avversario ribatte sulla traversa e che Poggi ribadisce in rete a porta vuota. Basta.
Certo gli avversari non hanno fatto un gran che per ravvivare l’incontro: pur tentando di giocare palla a terra, non hanno saputo finalizzare al meglio le quattro o cinque occasioni create ma la compagine degli aereoportuali non sembrava imbattibile e forse avrebbe potuto incappare in una goleada e, tuttavia, tutto questo avrebbe potuto comportare un inutile dispendio di vite umane e i grandi generali non sprecano energie, vincono così, senza combattere.
Per la cronaca, la partita è stata notevolmente noiosa, ma a tal proposito mi torna in mente la vecchia barzelletta di quel signore che dopo essersi piacevolmente intrattenuto con una signorina di discutibili costumi, si lamentava con la medesima per aver ricevuto un omaggio inatteso: le piattole. La signorina gli rispondeva in tono abbastanza piccato: “Per 5 Euro che volevi, le aragoste?”