Riceviamo e pubblichiamo
Il patrimonio boschivo dell’Università Agraria di Tarquinia, oltre 2500 Ha – spiega il Vice Presidente con delega all’ambiente Pierangelo Conti – è esempio di complessità, che induce a gestioni approfondite ed oculate. Questa la direzione in cui stiamo lavorando. Importanti i riflessi sull’assetto del territorio e sul sistema forestale. Il ritardo dei tagli provoca stress nei soprassuoli e potenziale deperimento.
La crisi economica del comparto forestale, ha ridotto le ditte boschive mettendo a rischio la stagionalità dei tagli. Fondamentale la scelta strategica fatta dall’Ente volta alla riduzione delle dimensioni delle tagliate atta a favorire la partecipazione anche delle piccole imprese. Ottimo il riscontro con i boschi già venduti nel mese di ottobre. Una novità importante per l’Università Agraria.
La non gestione del bosco può avere conseguenze gravi sulla vitalità del bosco esistente e sullo stato fitosanitario, come dimostrato dagli studi condotti anche dall’Università della Tuscia. Il ritardo o il rinvio dei tagli provoca anche problemi in ordine alla gestione del pascolo allo stato brado, imponendo carichi maggiori di bestiame. Il taglio del bosco correttamente eseguito, non è quindi solo una questione economica, ma un’esigenza di tutela del bosco stesso.
Novità anche per il servizio di segagione. Anche qui raggiunto l’obbiettivo di limare ulteriormente il costo dei servizi a vantaggio dell’utenza, una scelta in controtendenza a salvaguardia del potere d’acquisto. Il servizio sarà operativo presso il centro aziendale della Roccaccia, con novità importanti grazie alla disponibilità della Cooperativa Sociale Terra e Mare.
Percorsi naturalistici, redditi certi, tutela e difesa del bosco, un complesso di impegni di tipo sistemico. Stiamo lavorando facendo una attenta programmazione e i risultati ci danno ragione, un patrimonio che stiamo valorizzando a sostegno della collettività dei cittadini.