Riceviamo e pubblichiamo
Brutto spettacolo il Consiglio Comunale di lunedì sulla Trasversale Nord. Il sindaco Mazzola e i suoi fidati si sono inventati il “consiglio comunale quasi aperto”, quello che s’improvvisa lì per lì, dando la parola a qualcuno dei presenti in base alla convenienza del momento, senza annunciarne uno ufficialmente aperto, che avrebbe dato una chiara indicazione che la Superstrada rappresenta un’emergenza ambientale da codice rosso; la maggioranza ha paura di dire alla città che stiamo affrontando la situazione con un sindaco “a mezzo servizio”, che fa scrivere delibere dannose e intanto pensa a come potrà vendere la pelle dell’orso (la nostra) a Viterbo da Presidente della Provincia.
È bene che i cittadini sappiano che cosa è stato realmente votato dal Consiglio, a cui il M5S si è opposto presentando quattro emendamenti, tutti bocciati dalla maggioranza, che chiedevano: l’inserimento del dibattito pubblico per valutare tutte le ipotesi di tracciato; la revisione complessiva dell’analisi Multicriteri, comprensiva di ipotesi zero e di un progetto per la messa in sicurezza della SS 1Bis; una maggiore tutela della comunità di Tarquinia e del suo patrimonio archeologico e paesaggistico.
Il consiglio comunale ha dato il contentino agli agricoltori riuniti nei vari comitati che difendono legittimamente la propria terra, ma nessuno ha difeso, se non il Movimento 5 Stelle, la terra di tutti. Questo rende Tarquinia più debole, perché ad una comunità cui manca un pensiero collettivo possono fare ogni cosa. Il territorio è tutto importante e, prima dell’ennesima devastazione, Tarquinia dovrebbe esigere la prova provata che non ci sono alternative, che l’opzione di sola messa in sicurezza della SS1 Bis rafforzata dalla possibile riattivazione della Ferrovia Civitavecchia-Orte non è praticabile, che Tarquinia è pronta ad alzare muri per non subire lo scempio annunciato di una nuova lacerante ferita.
Un film già visto nel 2008 per l’autostrada: l’alternativa c’era e l’allora Ministro Matteoli, poi finito nello scandalo del Mose a Venezia, fece di tutto per non far mettere in sicurezza l’Aurelia, con l’ampliamento a quattro corsie dei tratti a due, che avrebbe reso inutile la trasformazione dell’Aurelia in A12. Mazzola fu complice: nessun dibattito pubblico e un colpo di mano con una delibera vergognosa che ci regalò, fino all’eternità, l’autostrada in mezzo alle nostre case.
Adesso il film viene replicato, e nella sala consiliare solo il M5S ha detto: “non ci sto”, votando contrario alla delibera. Tutti gli altri hanno detto sì a un tracciato che l’ANAS può piazzare anche al posto dell’attuale SS1 Bis, vicino all’abitato, alla Necropoli e alla Civita; è il famigerato “tracciato viola”, ma aggravato dalla disponibilità data con la delibera a metterlo in superficie e non più in galleria. Grazie consiglieri, i cittadini dovranno nuovamente organizzarsi da soli per avere un vero dibattito pubblico.