Riceviamo e pubblichiamo
Protocollata nella mattinata di giovedì 5 marzo dai consiglieri Marco Dinelli (M5S) e Pietro Serafini (Terzo Polo) la lettera al Prefetto di Viterbo, dott.sa Antonella Scolamiero, dove si chiede di intervenire tramite diffida per la convocazione del Consiglio Comunale aperto sull’Autostrada, e sulla mozione concernente il Comitato Tecnico per il Biomonitoraggio agricoltura, richieste presentate dall’intera minoranza del consiglio Comunale di Tarquinia e rimaste finora inascoltate dal presidente del consiglio Palmini e dal sindaco Mazzola.
“Siamo convinti che ci siano delle violazioni del regolamento consiliare e dell’art. 39 del TUEL” dichiara Marco Dinelli, consigliere del Movimento 5 Stelle, e prosegue: “Doverci rivolgere al Prefetto per far rispettare il diritto d’iniziativa che per legge spetta ai consiglieri comunali la dice lunga sul livello di democrazia in cui versa il Comune di Tarquinia!”.
Anche Serafini non usa mezzi termini: “Il Consiglio Comunale aperto è un atto dovuto, da parte di un’amministrazione responsabile, per quei temi importanti che riguardano la comunità, ma a quanto pare il sindaco sembra essersene scordato, fa orecchie da mercante perché teme il confronto con i cittadini”. Il consiglio comunale aperto sull’autostrada era stato chiesto addirittura più di un anno fa da oltre un quinto dei consiglieri, ma in tutto questo tempo a nulla sono servite le ripetute richieste da parte della minoranza e dei comitati affinché fosse convocato. Del resto il TUEL (Testo Unico degli Enti Locali) parla chiaro. L’articolo 43, comma 1 recita: “I consiglieri comunali e provinciali hanno diritto di iniziativa su ogni questione sottoposta alla deliberazione del consiglio. (…)”. Mentre l’articolo 39 comma 2 afferma: “Il presidente del consiglio comunale o provinciale è tenuto a riunire il consiglio in un termine non superiore ai venti giorni, quando lo richiedano un quinto dei consiglieri, o il sindaco o il presidente della provincia, inserendo all’ordine del giorno le questioni richieste”. Il comma 5 poi è categorico: “In caso di inosservanza degli obblighi di convocazione del consiglio, previa diffida, provvede il Prefetto”.