Riceviamo e pubblichiamo
All’interno della delibera di Consiglio Comunale del 19/07/2013 il Sindaco di Tarquinia nel suo intervento testualmente “ricorda che l’area commerciale già esistente è quasi satura e che la previsione di realizzarla anche in un’altra parte del territorio può essere determinante per alimentare una sana concorrenza, utile al mercato”. Inoltre “ribadisce che non si tratta di un nuovo insediamento commerciale, ma della previsione, all’interno dell’area industriale, di una zona mista commerciale ed industriale, dove l’area da destinare ad attività commerciali non potrà superare il 30%” ( trattasi in realtà del 20%).
Il Vicesindaco Bacciardi, sintetizzando il contenuto della delibera, afferma tra l’altro che la variante urbanistica viene adottata “al fine di governare la trasformazione e non di subirla senza scelte consapevoli sul nostro territorio” e “si auspica possa accogliere gli investimenti imprenditoriali tanto necessari in questa congiuntura di crisi economica”.
Più avanti lo stesso Bacciardi afferma “che l’unico vero confronto avuto è quello con l’autorità portuale, oltre che, ovviamente, con l’arch. Cervellati che sta lavorando alla redazione del PRG”. E quindi il Consiglio Comunale, a maggioranza dei voti, considerato tra l’altro “necessario promuovere ed agevolare tutte le iniziative che possano mitigare gli effetti dell’attuale momento di crisi economica, di cui è in sofferenza anche il territorio comunale e che tale finalità possa essere perseguita anche attraverso gli strumenti urbanistici generali ed attuativi”, ha deliberato di adottare la modifica delle norme della zona D “impianti industriali ed assimilati” in “impianti industriali e assimilati, commerciali/direzionali”, stabilendo che “i piani attuativi … potranno prevedere insediamenti a carattere commerciale e direzionale per una incidenza non superiore al 20% della superficie complessiva del comprensorio oggetto del piano attuativo”.
Quanto precede riassume in modo oggettivo, testuale e virgolettato alcuni dei passaggi della delibera del Comune di Tarquinia da cui la Confcommercio Provinciale ha tratto il motivo delle proprie preoccupazioni per le sorti del commercio e dell’imprenditoria locale in genere. Del resto la discussione, lungi dall’essere fuori tempo massimo, deve al contrario considerarsi appena aperta perché, in virtù della sospensione estiva dei termini di decadenza, la delibera comunale può essere ancora oggetto di contestazione ed impugnativa presso il TAR.
Per questo motivo sarà utile ascoltare nei prossimi giorni l’opinione non solo degli imprenditori tarquiniesi, ma anche degli amministratori e degli operatori economici del comune di Civitavecchia, per discutere con loro sulla condivisibilità o meno della tesi sostenuta del sindaco di Tarquinia, per il quale “lo sviluppo di nuovi insediamenti nella zona mista commerciale-industriale avrà fondamentale importanza sia per l’occupazione diretta e sia per l’indotto”.
Al riguardo le perplessità della Confcommercio sulla destinazione finale di una superficie commerciale così importante rimangono intatte, unite al disappunto di non essere stata consultata preventivamente, insieme alle altre associazioni di categoria, su argomenti di sicuro interesse comune e di rilevanza economica non circoscrivibile al solo territorio tarquiniese, trattati con ingiustificata urgenza e troppo in fretta liquidati nel silenzio generale.