di Donatella Cea
Per iniziare questa rubrica che parlerà di scienze e fisica, con un’attenzione particolare allo spazio e all’Universo, non possiamo non iniziare dal corpo celeste più vicino a noi, la nostra amata Luna. La vogliamo conoscere meglio in quello che è considerato il suo anno, il 2019, per celebrare il cinquantesimo anniversario dallo sbarco dell’Apollo 11 sul suolo lunare.
Gli Apollo prima, e gli Shuttle poi, sono probabilmente le più affascinanti missioni spaziali che, come è successo a me, hanno ispirato molti giovani a cercare di capire qualcosa in più dell’Universo in cui viviamo. Eppure non tutti credono che l’Apollo abbia veramente portato Armstrong e Aldrin a passeggiare sul suolo del nostro satellite. Cerchiamo di capire perché e di rispondere ai dubbi connessi a questa vicenda nota come the moon hoax.
Sicuramente l’idea che Kubrick sia stato il regista di tutti gli scatti e video dell’allunaggio è curiosa, ma se si utilizza un approccio scientifico non può che essere considerata pura immaginazione. Dalla luna sono state portati oltre 50 chilogrammi di pietre che presentano una composizione chimica diversa da qualsiasi altra roccia sulla Terra. Tali rocce sono state analizzate separatamente da decine e decine di istituti di ricerca in tutto il mondo, russi compresi, pertanto non è possibile credere che la NASA abbia manomesso gli studi e l’analisi di tutti questi dati. Difficile pensare che, in clima di piena guerra fredda, gli scienziati russi siano stati abbindolati con tanta facilità da arcaici effetti speciali. La corsa allo spazio era reale, così come la preparazione e la professionalità di tutti quelli che hanno lavorato negli anni a queste missioni. Oltre 400.000 persone hanno preso parte direttamente alle missioni, davvero si può pensare di tenere un segreto così grande quando così tante persone ne sono a conoscenza?
Inoltre sono stati eseguiti decine esperimenti scientifici, come il famoso esperimento mentale di Galileo, non riproducibile sulla Terra se non in una camera a vuoto, per cui un piuma e un martello, in assenza di atmosfera, toccano il suolo nello stesso istante.
Infine, se proprio vogliamo una prova tangibile che possiamo vedere con i nostri occhi, è sufficiente guadare gli scatti di tutte le missioni successive che ritraggono i resti del rover lunare ancora presente sulla superficie del nostro satellite.
Ma cosa succederebbe al nostro pianeta se non ci fosse la luna a volteggiare intono a noi? Le maree, anche le più romantiche come quella di Mont Saint Michel, sarebbero le prime a risentirne: la luna, infatti, influisce sul livello di innalzamento e abbassamento di mari e corsi d’acqua per effetto della sua azione gravitazionale. Ma le maree non scomparirebbero completamene, un buon 30% di esse continuerebbe ad esistere grazie alla forza gravitazionale del Sole.
Il problema maggiore, probabilmente, sarebbe quello legato all’asse dell’orbita terrestre. La Terra, che spesso assimiliamo a una sfera, non è però omogenea, perciò, un po’ come quando si fa girare una trottola, e questa comincia ad oscillare con un movimento chiamato giroscopico, l’asse comincerebbe a ruotare e cambiare la sua inclinazione se non ci fosse la luna a mantenerla costante. Vorrebbe dire che, nel giro di alcune decine di anni, i poli penderebbero il posto dell’equatore e allora i cambiamenti climatici diventerebbero un problema ancora più serio di quanto non lo sia oggi.
Siamo grati quindi alla luna per rendere li nostro pianeta abitabile ed anche per gli spettacoli di cui ci rende partecipi. A tal proposito, a dicembre, se qualcuno dovesse trovarsi in paesi come Qatar, Yemen, India meridionale, Sri Lanka, Indonesia o Filippine meridionali, avrà la fortuna di assistere all’eclissi anulare di Sole in cui, la nostra “graziosa Luna” – come la chiamava Leopardi – transiterà davanti alla stella posta al cento del nostro sistema solare, senza riuscire a coprire completamente il disco, ma comunque oscurando il cielo per alcuni minuti creando uno spettacolo raro quanto suggestivo.