Comunico ergo sum: gli assuefatti dalla visibilità

di Stefano Tienforti

Inizia a rilento, questa settimana, con il ponte dei Santi che la “accorcia” e rende più pigro un lunedì quasi festivo. Lunedì, peraltro, di Halloween, con la tradizione statunitense – più commerciale che altro – che è diventata ormai prassi consolidata italiana: poco male se servirà, a Tarquinia, a far divertire i bambini e, soprattutto, a stimolare la raccolta di fondi a favore della piccola Noemi.

Nel pomeriggio, infatti, a piazza Cavour si sta svolgendo una manifestazione tra giochi, musica e maschere il cui ricavato sarà interamente devoluto alle cure della bambina: rinnoviamo anche noi l’invito a tutti a contribuire, sia per mezzo dei salvadanai presenti nelle attività commerciali cittadine, sia inviando donazioni secondo le indicazioni contenute a questo link.

Fa piacere vedere come Tarquinia si sia mobilitata per la vicenda, fa meno piacere leggere uscite politiche sull’argomento: non è questione di politically correct, beninteso, ma semplicemente di umanità e capacità nel capire quali vetrine usare per ottenere visibilità politica.

La settimana inizia pigra, insomma, e si lascia alle spalle veleni e polemiche di quella appena trascorsa: diverbi dei quali, peraltro, questo portale è stato sia stimolo che contenitore. Tengo, perciò, ora che i toni si sono smorzati, a fare qualche riflessione, e lo faccio partendo – forse in maniera presuntuosa – da una consapevolezza: nei miei ormai quasi dieci anni di “vita pubblicistica”, dai tempi del Corriere di Viterbo a quelli de L’extra cartaceo, mai ho avuto un problema con un esponente della vita pubblica locale, pur non avendogli risparmiato – su carta o a voce – quello che pensassi, anche con toni bruschi e discussioni animate: mai tolto un saluto, mai tolta la disponibilità ad un chiarimento o al dialogo. Penso di rientrare, insomma, tra quei corrispondenti, di cui lo stesso sindaco Mazzola ha parlato in un comunicato nei giorni scorsi, che lo “hanno criticato più volte ma sempre in un ambito di correttezza e serietà”. Sono, naturalmente, pronto a subire sul tema ogni tipo di smentita.

Ciò detto, esattamente una settimana fa abbiamo pubblicato l’articolo di Marco Vallesi che ha scatenato quattro o cinque giorni di fibrillazione giornalistico-politico-cittadina. A tal proposito, ad un certo trilussa che, in un commento, ci spiegava come “al popolo certe questioni non interessano, queste sono discussioni da salotto di intellettuali che hanno tempo da perdere”, faccio sapere che, nei quattro giorni subito successivi al pezzo, la sola sezione di cronaca di questo sito ha fatto registrare una media di quasi 1200 visite al giorno. Delle due l’una: o, forse, al “popolo” certe questioni interessano eccome, o Tarquinia ha un’ampia comunità d’intellettuali annoiati. Se avessi la certezza che, come credo, l’omonimo del celebre poeta romano sia uno dei numerosi, accaniti difensori ad oltranza del fronte PD, mi spiegherei con ulteriore facilità il motivo per cui Bersani&co. vedono assottigliarsi con costanza la loro percentuale di gradimento, lontani come sono dalla coscienza popolare.

Dicevamo, comunque, che l’articolo ha suscitato un putiferio, e per ragionare sulle mille cose da dire non mi basterebbe nemmeno l’immenso spazio internautico, tra addetti stampa che, con senso di responsabilità raro in ambiti politici, s’incolpano dell’errore per esser smentiti dal loro stesso datore di lavoro, minacce di querele rimbalzate on-line e lezioni di storia dell’arte. Pongo l’accento, perciò, solo su due aspetti.

Il primo è relativo al fatto che nessuno, tra coloro che si sono “appropriati” della critica a Mazzola sulla controversa definizione dell’origine dei vasi della discordia, ha pensato bene di sottolineare, in alcun modo, come la denuncia fosse opera del nostro portale. Tranquilli, solo una constatazione, nessun rancore: comprendiamo bene come l’opposizione a Tarquinia non abbia un’idea da qualche decennio, figuriamoci se possiamo pretendere che corrano il rischio di far credere che quelle pubblicate siano di proprietà d’altri!

L’altro riguarda il vero senso dell’originario articolo di Marco, che la deriva in caciara della polemica ha, come spesso accade, fatto passare in secondo piano. Perché, nessuno di noi ha problema a specificarlo, quello dell’errore nel comunicato stampa è – per dirla brutalmente – una stronzata: a chiunque capita di sbagliare, a chiunque capita in un momento di superficialità di non rileggere, o farlo senza la dovuta e necessaria attenzione.

Se, però, certi errori capitano in quei comunicati stampa belli pomposi, di quelli in cui si mostra il sorriso bello per costruirsi la figura di chi s’impegna per il nome della città, è normale che si paghi il dazio della critica o dello sberleffo.

Con una prassi ormai tristemente consolidata – forse figlia illegittima e degenerata di un’idea di comunicazione politica lanciata, con altro spessore e ben altri risultati, da Berlusconi e scimmiottata da tutti, ad ogni livello – ci si lancia in iperboliche comunicazioni trionfalistiche, in cui si gonfia il petto – per restare nell’esempio oggetto della polemica – per annunciare l’intenzione di scrivere una futura lettera al Ministero per sollecitare il Metropolitan affinché si realizzino didascalie che riportino, in maniera più incisiva, la provenienza di opere che tra due mesi faranno ritorno a Tarquinia: se le poste funzionano a rilento, c’è il rischio che i vasi arrivino prima delle lettere stesse!

Tale diffusa prosopopea, questo malcostume di auto esaltarsi, soprattutto quando vuoto di un reale e concreto valore informativo o politico, diventa naturale bersaglio della critica, sin anche della presa in giro. E ben inteso, non si tratta solo di Mazzola, ma – solo per restare a Tarquinia – della pressoché totale schiera dei protagonisti politici, del tutto assuefatti dal desiderio di visibilità. Dalle già citate uscite, populistiche ed infelici, sui contributi alla piccola Noemi, all’iperattività narrativa dell’Università Agraria – che ogni giorno arriva a mandare sino a due comunicati stampa, in cui gli amministratori, sempre ben fotografati, parlano peraltro con stili lessicali tutti sinistramente simili – passando per i “due carabinieri” Olmi&Maneschi (non me ne vogliano le Forze dell’Ordine, né Verdone e Montesano) che sbraitano a tutta forza a mezzo stampa contro l’autostrada ma, di fronte alla schiera di politici guidati dal Ministro Matteoli, appaiono silenziosi come bambini col senso di colpa. Eppoi, e chiudo con gli esempi, ci sono i rappresentanti locali del PD, che scaricano proprio su Matteoli e Berlusconi le colpe di un Corridoio tirrenico che, invece, il loro referente regionale Parroncini, in un comunicato, rivendica sorridente ed in vena di abbracci come frutto di un lavoro anche suo.

Quando c’è un problema, però, nessuno pare voler dare notizia. Per esempio, attendiamo il comunicato con cui si informi che, a seguito di una decisione del TAR del Lazio, il Comune ha dovuto procedere all’“annullamento, in autotutela, dell’aggiudicazione definitiva con riammissione in gara con riserva delle imprese escluse” per la progettazione esecutiva e la realizzazione della piscina. Una mossa dovuta, naturalmente, della quale, però, nessuna nuova giunge dalle stanze di piazza Matteotti, se non tramite la determinazione che è possibile rintracciare sul sito internet comunale.