Riceviamo da Antonio Suraci e pubblichiamo
Antonio Suraci, ha vissuto a Tarquinia fino alla quinta elementare e nei periodi estivi in tutti gli anni sino al 2017, in cui è ritornato nella sua città ed ha ritrovato l’affettuoso ricordo tra Gigi Suraci, capostazione di Tarquinia e di suo fratello Vincenzo Suraci con il quale ha condiviso la sua pratica forense. Laureato in Giurisprudenza alla Sapienza di Roma, negli anni ha svolto l’incarico di Vice Segretario Nazionale della Confederazione Nazionale Artigianato, oltre all’incarico nel Consiglio di Amministrazione dell’Ice (Istituto Commercio Estero) e dell’Idimer. Negli anni ha insegnato Diritto Internazionale alla Link Campus University.
Perché si è candidato al Comune di Tarquinia?
“Tarquinia è rimasta nel cuore e penso che per le mie attività era giusto candidarmi per i miei concittadini. Ho vissuto negli anni l’esperienza della politica con il Partito Repubblicano Italiano sin dai tempi di Ugo La Malfa dal quale ho capito e fatta mia l’ onestà politica modellandola per i cittadini italiani, oggi tarquiniesi. Da qualche anno, sotto l’attuale amministrazione, non mi ero impegnato a Tarquinia e solo nei colloqui con il Dott. Francesco Sposetti, di cui ho capito l’onestà e il suo sacrificio per noi concittadini, che gli ho chiesto di essere candidato nella lista Civitas per il prossimo Consiglio comunale. Sposetti ha una grande capacità di lavoro e regole che possono cambiare la vita dei tarquiniesi.”
Cosa si può fare per cambiare Tarquinia e diventare una realtà turistica?
“Tarquinia non va cambiata, però bisogna aprirsi al nuovo mercato mantenendo la nostra capacità di amicizia che deve diventare sviluppo e quando parlo di sviluppo parlo dei giovani. Noi abbiamo due cose molto importanti e se capiamo potremo essere tra i primi nella nostra regione o forse in Italia: l’agricoltura e la storia. Per il primo dobbiamo stimolare, produrre e sostenere il settore agricolo creando un’amministrazione a disposizione delle Cooperative agricole e degli imprenditori per rendere riconoscibile la qualità indiscussa dei nostri prodotti con marchi di nostra produzione e creare una multifunzionalità tra le imprese agricole per permettere la sostenibilità economica in un mondo interconnesso.”
In secondo punto, storia e turismo, qual è il vostro rapporto?
“Siamo primi nella storia del Lazio, prima di Roma, gli Etruschi hanno dato un segnale di rinnovamento culturale che da Roma in poi è emerso nella nostra storia e tra loro vi erano le donne e i loro valori, come l’uguaglianza di genere, che distinguevano la società etrusca. Poi vi era il Medioevo, con il lascito della civiltà cattolica, e i vari movimenti culturali che hanno contraddistinto Tarquinia. A questo proposito basti pensare ad ‘Etrusco-Ludens’ di Sabastian Matta, per non parlare di Vincenzo Cardarelli o di Titta Marini.”,
Come coinvolgere i tarquiniesi?
“Il grande rinnovamento lo seguiamo nella politica di Francesco Sposetti: i cittadini devo essere coinvolti, ma anche nell’impresa e in economia, non si fanno regole nuove senza il coinvolgimento dei cittadini e questo sino ad ora non è mai successo nell’amministrazione comunale. Parlare è importante nella nostra democrazia ed ascoltare è un obbligo da parte della politica. Possiamo cambiare e modificare cose che a volte non hanno senso: su questo bisogna coinvolgere le Associazioni, le strutture culturale, lo sport e soprattutto i giovani. L’Ospedale, il Litorale, il Borgo delle Saline, San Giorgio, Marina Velca e il fiume Marta tutti insieme possiamo cambiare la politica sentendoci uniti”.