Dibattito tra candidati sindaci, ieri pomeriggio, alla Cittadella di Semi di Pace, che ha ospitato un appuntamento molto atteso in campagna elettorale che ha messo l’uno a fianco all’altro quattro dei cinque aspiranti alla carica: da qualche giorno si sapeva, infatti, dell’assenza di Alessandro Giulivi, annunciata con un comunicato stampa.
A parlare sono stati quindi Renato Bacciardi, Gianni Moscherini, Francesco Sposetti e Martina Tosoni (l’ordine in questo caso è rigorosamente alfabetico), moderati dalla giornalista Chiara Rinaldini: a introdurre e chiudere la serata il presidente di Semi di Pace, Luca Bondi, che soprattutto in chiusura ha avuto parole durissime contro Giulivi, prima di far firmare ai quattro rpesenti un documento-impegno in caso di vittoria alle urne.
In termini di novità, il confronto non ha aggiunto molto di più rispetto a quanto, sui programmi, Bacciardi, Sposetti e Tosoni avevano già descritto ciascuno nelle proprie conferenze stampa: prima uscita in campagna elettorale per Moscherini, che però a rilanciato temi già proposti nelle due precedenti corse a sindaco, bloccatesi entrambe al ballottaggio.
L’ordine degli interventi ha visto esordire Bacciardi, che ha ribadito l’intenzione di un nuovo polo scolastico – già proposta in sede di presentazione della lista –, di una lotta ambientale contro l’inquinamento, dell’aria e di mari e fiumi, della modifica del PAI che ingessa l’urbanistica cittadina e di misure di apertura e dialogo con il cittadino. “Tarquinia ormai sembra piuttosto patrimonio del Nunesco! – la sua battuta sul tema attualità del centro storico – Trovo vergognoso che nemmeno più i cittadini di Tarquinia escano per le vie del centro: va reso più accogliente e accattivante”.
Gianni Moscherini ha, quindi, riassunto il suo legame con Tarquinia – dove ha vissuto quando era sindaco di Civitavecchia – e rilanciato un refrain delle sue campagne, parlando dei 23 kilometri di spiagge. Tra le proposte, quelle di due case per ferie per anziani, una al mare e una nella zona collinare, una struttura marittima per diversamente abili che abbia rilievo nazionale e una collaborazione con gli armatori per far imbarcare prodotti freschi delle campagne tarquiniesi. “Vogli cambiare la realtà tarquiniese toccando quello che mai è stato toccato: – uno dei passaggi più incisivi – perché il pomodorificio è chiuso? Costruiamo un conservificio, come nel grossetano, per dare lavoro ai giovani”. Poi una “bacchettata” a Giulivi, accusato di aver “copiato” il porto turistico dai precedenti programmi elettorali moscheriniani.
Anche Sposetti nel suo intervento ha ricalcato quanto detto nei giorni scorsi: rilancio della città tramite i tre cardini legati a cultura, sociale e territorio, politica locale incentrata sul cittadino, rimodulazione della ZTL e lavoro per cambiare la tariffazione agricola della zona. “Vogliamo concertazione e confronto con la società civile per un percorso condiviso e di sintesi. E la cultura deve essere volano di sviluppo economico”.
Infine Martina Tosoni, che dopo una breve presentazione di sé dal punto di vista personale, professionale e politico – “molte scelte dell’amministrazione Giulivi le ho avallate, alcune ho provato a cambiarle. Amministrare non è facile: si sbaglia, si migliora, si fa esperienza. Quella di esperienza ha snaturalizzato il mio modo di vivere la politica” – alcune linee programmatiche: sociale, con al proposta di un centro diurno-fattoria sociale per ragazzi diversamente abili, formazione, con università e corsi di formazione, ambiente e turismo.
Le domande hanno riguardato poi le Saline, la gestione dei beni confiscati alla mafia e l’ospedale (sopra il video integrale dell’evento): clima disteso e pochi, forse nulli, faccia a faccia personali. Irrequieto Gianni Moscherini, spesso allo scontro con la moderatrice che lo richiamava per restare sui temi del dibattito o per rientrare nei tempi prefissati, a più riprese polemico anche con l’assente Giulivi.
Mai come Luca Bondi, che con la stessa durezza di una lettera aperta pubblicata qualche mese fa ha duramente attaccato il primo cittadino sia per l’assenza e l’accusa di mancanza di democrazia, sia per gli impegni assunti dal primo cittadino e mai assolti nei confronti dell’associazione: questa l’accusa del sodalizio, che ha proposto un testo programmatico simile a quello redatto cinque anni fa e sottoscritto dai quattro presenti. Colpo di coda, con la penna in mano, da parte di Bacciardi che, proprio ai saluti e dopo essersi impegnato per “tre delibere subito per risolvere la problematica spazi di Semi di Pace”, ha promesso in caso di vittoria 50.000 euro per risistemare la struttura abbandonata nell’area della Cittadella.