Riceviamo e pubblichiamo
Il Movimento No Coke Alto Lazio, che da quasi 15 anni combatte contro il carbone della centrale di Torrevaldaliga Nord, non ha mai smesso di sperare che la politica, vera responsabile della riconversione a carbone di TVN, ed in particolare la politica di Civitavecchia, che in quanto città ospitante, è l’unica che abbia per legge voce in capitolo nelle scelte riguardanti la centrale, cambiasse atteggiamento verso Enel e si sottraesse dalla subalternità all’ente energetico che da sempre ne condiziona la condotta.
La dichiarata volontà di uscire dal Consorzio di Gestione dell’Osservatorio Ambientale va sicuramente in questa direzione. Il Consorzio costituito nel 2009 dai comuni di Civitavecchia, Allumiere, Tolfa, Santa Marinella e Tarquinia, e finanziato dallo stesso ENEL con un milione di euro l’anno sulla base di convenzioni strette con il Comune di Civitavecchia, rappresentate prima da De Sio e poi da Moscherini, di fatto è servito esclusivamente a costituire un alibi ad ENEL per evitare controlli seri e dimostrare di aver ottemperato alle prescrizioni imposte dalla VIA 680/2003.
Grazie alle tante battaglie e denunce, il Ministero dell’Ambiente, anche su spinta della Procura della Repubblica di Civitavecchia, ha sancito che: “L’osservatorio attuale costituito dagli Enti Locali (il consorzio di gestione nds) non corrisponde a quello indicato nel decreto VIA e …le attività in carico all’Osservatorio, di cui al decreto VIA, non possono essere finanziate da ENEL…” cit. verbale MATTM prot 33079 del 04.12.2009.
Non possiamo quindi che apprezzare la scelta dell’Amministrazione Comunale di Civitavecchia che ha evidenziato, cambiando finalmente l’indirizzo politico della città sulla base del buon senso e del rispetto delle norme, l’opportunità di uscire dal Consorzio locale e di aderire, contrariamente a quanto avvenuto finora, all’Osservatorio Ambientale Regionale, ovvero a quello rispondente alla prescrizione della Valutazione di Impatto Ambientale del 2003 che, chiaramente, la Regione si deve impegnare, come suo precipuo dovere, a rendere pienamente funzionante.
Inutilmente si dimena la deputata Marietta Tidei, nonché figlia del già Sindaco Pietro Tidei, che contesta tale scelta; un dimenarsi, però, che non stupisce affatto, visto il comportamento tenuto in relazione all’approvazione dell’AIA e vista la reiterata volontà di entrambi di continuare ad elemosinare compensazioni economiche, anziché denunciare l’aggravamento della salute dei cittadini di Civitavecchia e dei paesi limitrofi e di agire di conseguenza.
Apprezzabili e pienamente condivisibili, invece, le legittime richieste dell’Assessore Manuedda che chiede forte e chiaro agli altri Sindaci coinvolti nell’Osservatorio di fare un atto di coraggio, di uscire dal Consorzio e di unirsi alla richiesta di rendere disponibili, via internet e in tempo reale, i dati del sistema di monitoraggio delle emissioni della centrale di Torrevaldaliga Nord, le uniche che possano permettere di acquisire i dati reali di tutto l’inquinamento derivato dall’uso del carbone. Garantire verità, trasparenza e informazione senza filtri è un atto dovuto a tutti i cittadini che ogni giorno vedono alzarsi nubi nere nel cielo.
Grazie ai medici prima, e a Greenpeace poi, siamo oggi in grado di conoscere con certezza gli effetti nocivi della combustione del carbone e il rapporto tra questa e l’aumento della mortalità, senza contare i danni all’agricoltura e alla salute. Non c’è famiglia che non paghi per questo. Tutti i sindaci del comprensorio, quindi, dovrebbero fare una seria riflessione sulle scelte attuate fino ad oggi e chiedersi se veramente intendano continuare a tenere in piedi la farsa del Consorzio ed avere sulla coscienza il peso di scelte che non rispondono a quel principio di causa-effetto in connessione con l’inquinamento da carbone. E il Sindaco di Tarquinia, che dal 2009 ospita la sede del consorzio per la gestione dell’osservatorio, dovrebbe essere il primo a farlo.
È fondamentale acquisire la consapevolezza che il consorzio, con i suoi report, non ha prodotto alcun risultato che non abbia l’ombra della vuota rassicurazione, a partire dal dato “aria buona” riportata dai cartelloni luminosi collocati nelle città bruciate dal carbone. Per i cittadini del comprensorio vedere ogni giorno quella maledetta centrale fumare è un vero e proprio incubo; mantenere il carrozzone del Consorzio di gestione e perseverare nel boicottare l’Osservatorio Ambientale Regionale, fornendo alla Regione l’alibi del suo mancato funzionamento, non è, da parte dei Sindaci, solo un atto irresponsabile rispetto alla preoccupazione crescente della gente che vede aumentare i casi di tumore, ma vuol dire anche essere corresponsabili dell’aumento dell’inquinamento che va accumulandosi nelle matrici acqua, aria e terra del territorio.
È il caso di ricordare a tutti coloro che si sentono tranquilli dei dati delle centraline, Sindaci e rappresentanti istituzionali in particolare, che ogni giorno dalla ciminiera della centrale escono 6.300.000 mc di emissioni all’ ora (dati VIA 680/2003), e che all’aumento di 1 500 ore di funzionamento della centrale fissate dall’ AIA con l’assenso dell’allora sindaco Tidei, corrispondono 9 miliardi e 450 milioni di mc di emissioni in più all’ anno, emissioni intrise dei più svariati inquinanti.
Non sarà certamente l’adesione ad un Consorzio che gestisce, peraltro a caro prezzo e sotto l’esterna ma attenta vigilanza di ENEL, centraline i cui dati non hanno alcun valore legale (gli unici dati che hanno valore sono quelli delle centraline gestite da ARPA) a convincere le popolazioni, costrette a vivere sulla propria pelle gli effetti nefasti del carbone, che i Sindaci stanno tutelando la loro salute.
Funzionamento dell’Osservatorio Regionale, attivazione di controlli seri e indipendenti, trasparenza sui dati e riapertura del procedimento di AIA possono costituire un primo passo verso la verità sullo stato del nostro territorio.
Movimento Nocoke Altolazio